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mercoledì 23 settembre 2009

Lettere

Questa è la lettera che ho scritto e mandato a Repubblica qualche giorno fa.

"Sono passati tredici anni da quando ho lasciato la scuola Madonna Assunta.

Il motivo per cui scrivo questa lettera, aperta a chiunque voglia leggere e rispondere, forse indirizzata a qualche chiunque più chiunque degli altri, è che qui c’è in gioco molto di più che il semplice assetto organizzativo e burocratico.

Scrivo questa lettera perché, poche mattine fa, le mie maestre mi hanno parlato della loro protesta. Non vi sembra strano che dopo tredici anni io sia ancora in contatto con loro?

Certo, lo è. E’ strano in un’Italia in cui le scuole subiscono tagli come fossero aziende, in cui la formazione è ormai vista come una lunga corsa ad ostacoli, rigorosamente da non saltare ma da abbattere con bombe a mano.

Le scuole che subiscono tagli, che rischiano di perdere i propri spazi, sono le scuole di chi le vive, di chi nelle scuole ci insegna e di chi ci apprende. La Madonna Assunta è delle persone che al momento occupano la Municipalità di Bagnoli e rischiano di perdere un luogo che amano a causa di vicende poco chiare. Poco chiare perché siamo ancora abituati – noi - a dare colpe solo dopo aver visto le prove. Noi, a cui la cattiva fede non ha ancora annebbiato la vista.

E poi ci sono persone che tengono a quella scuola come me, che anche dopo anni non vogliono vederla sparire. Perché?

Dopo tredici anni il ricordo dei miei cinque anni di scuola elementare è il ricordo più piacevole che ho. Potrei elencarvi decine e decine di motivi del perché questa scuola renda Napoli un posto migliore. Motivi che probabilmente vi annoierebbero a morte, perché si sa, alla fine bisogna far quadrare i conti, bisogna risolvere le situazioni il più velocemente possibile, di fronte ai problemi burocratici contano le carte e le firme. E poi il buonismo non serve a nulla, una scuola resta pur sempre e solo una scuola.

Ma io sono quello che sono, oggi, grazie a quella scuola elementare. E tutte le persone che hanno frequentato il 73° circolo sono persone capaci, volenterose, intelligenti e soprattutto con un gran cuore. E sono troppe, davvero troppe per credere che sia un semplice caso.

Ho visto bambini con realtà complicate alle spalle diventare sereni. Ho imparato a credere nei sogni e nel cambiamento. In quella scuola, anno dopo anno, qualcosa cambia davvero.

Quello che voi chiamate 73° circolo, per me e per tanti altri, è stato il luogo più importante dell’infanzia. Credete sia un’esagerazione?

Come me tanti altri intrattengono rapporti con quel felice passato. Tanti si incontrano a distanza di anni, si frequentano, mantengono contatti.

Il danno che procurate a questi bambini è un danno a cui non rimedierete più.

Le scuole che chiudete, che spostate, che smembrate, sono i luoghi che insegnano ai vostri figli a diventare adulti, a diventare migliori di voi.

Non commettete l’errore di rovinare il primo passo dei vostri figli verso la conoscenza. Di professori ignoranti e strutture fatiscenti ne vedranno a bizzeffe nel corso degli anni. Non negate ai vostri figli stanze piene di luce in cui poter meravigliarsi, corridoi spaziosi in cui creare storie. Finestre da cui si veda il mare. Non negategli questi anticorpi all’infelicità che, nonostante i soprusi e le delusioni che questo stato regala, bastano in età adulta a strappare un sorriso di speranza."



Un grazie a Cristina Zagaria, a cui faccio un grandissimo in bocca al lupo per l'uscita del suo libro Perchè No.

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