ATTENZIONE

QUESTO BLOG È UN ARCHIVIO CHE RACCOGLIE I POST ANTERIORI AL 2014. IL NUOVO BLOG LO TROVATE QUI.

giovedì 29 aprile 2010

Sono appena tornato

Ed insomma vedo che qui in Italia un po' di cose sono successe.

Dalle nuove leggi per i ciclisti agli allarmi per il Vesuvio, da Jovanotti che tiene una lezione ad Harvard alla bimba che sopravvive al contatto con la cubomedusa.
La notiziona è ovviamente però la vittoria dell'Inter nella partita che aspettava da 38 anni.
E per inciso, 38 anni sono proprio tanti.

Io l'ho vista un po', cercando di capire quanti minuti di recupero avesse dato l'arbitro sbirciando tra le teste colorate in un piccolo ristorantino arabo a Parigi. Oh, e come si infervoravano, e come facevano il tifo per il Barcellona.
Alla fine, capendo le mie origini si sono anche complimentati.
L'Inter, mah.

martedì 27 aprile 2010

Ho comprato una macchina fotografica


( Place des vosge, Parigi)

Jeando Cardi

Eravamo a Place des vosges ed abbiamo visto un mucchietto di persone fermarsi.
Ci sono dei portici lì, tutto intorno all'enorme parco verde.
Jeardo Cardi era sotto uno di questi portici con un sacco di gente che faceva foto e che lo guardava. All'inizio ho pensato fosse un mimo, perchè il colore della sua voce pareva troppo femminile per essere il suo. Credevo fosse registrata anche la voce sul disco oltre che la base.
Ed invece no, la voce era proprio la sua.


Andate sul suo sito, che ne vale la pena.
Così vi fate un'idea del barocco che piace a Jeando Cardo e della "filosofia" che lo spinge ad appropriarsi degli anfratti della sua città.



lunedì 26 aprile 2010

Ho comprato una macchina fotografica



(Musicisti e ballerina di strada, Paris)

Si Parigi tenesse lu mer VII

Rossella non ricorda la password della sua rete wi fi, così scrocco dove posso.
Stamattina doveva fare delle ripetizioni di arabo, con un professore che si chiama tipo Kaled, spero si scriva così, qui al centro Pompidou.
La biblioteca qui è fantastica. Ma non fantastica così per dire, veramente fantastica.
Stanno tutti quanti zitti zitti e tutti quanti studiano qualcosa di diverso. Quello di fronte a me, per esempio, sta programmando qualcosa. Mentre le due ragazze a destra stanno ricopiando degli appunti con un sacco di penne colorate.
La wi fi è gratuita e non ci vuole niente, ma veramente niente, per attivare un account. Tra l'altro è 30 volte più veloce di casa mia.
E TUTTO QUESTO nello stesso posto in cui si espongono le opere di Duchamp e Modigliani.

Essì, ci sto facendo proprio la figura del turista.
Però ieri mattina sono sceso da solo da casa e ho comprato una baguette. Provateci voi, eh.


sabato 24 aprile 2010

Se c'è una cosa che so fare

E' fare le valigie.
Riesco a metterci dentro di tutto*.

Mi riesce molto meno viaggiare, un po' per i soldi, ed un po' perché mica è facile trovare la compagnia giusta. Questa volta viaggio da solo**, almeno finché non arrivo a Parigi.
Si, ci sto tornando davvero.
Però questa volta porto il mac e la macchina fotografica, così posso fare qualche altro post scemo con le foto e scrivere come titolo ho comprato una macchina fotografica.

Sono leggermente sfortunato quando si tratta di organizzare viaggi.
L'ultima volta mi hanno spostato un esame 3 volte e il giorno della partenza non mi hanno fatto partire per questioni burocratiche (I fedelissimi ricorderanno).
Questa volta pure mi hanno spostato l'esame con conseguente arrabbiatura e maledizione della volta celeste. Ho dovuto spendere un sacco di soldi in più per spostare il biglietto e per stare ovviamente 4 giorni in meno.
Poi si è messo il vulcano islandese. IL VULCANO ISLANDESE.
Poi dite che uno è nervoso e gli viene la strizza di viaggiare da solo.

Vabbè, và, buon viaggio a me.

*Tra vestiti vari (tra cui quelli di Rossella, la mia dolce metà ed anche meta di questo secondo viaggio a Parigi, che poi deve spiegarmi perché di mezzo ci sono dei costumi da bagno), c'è un salame (si un salame da mangiare) del caffè e dulcis in fundo un pacco enorme di Pan di stelle.
** Se qualcuno domani viaggia sul mio stesso aereo, quello che parte alle 14 da Napoli, è pregato di avvicinarsi e parlarmi. Mi riconoscerà facilmente, sarò quello nell'angolo con le cuffie nelle orecchie, col computer aperto sulle ginocchia e con la strizza. Una strizza così.

venerdì 23 aprile 2010

Educazione siberiana


Nicolai Lilin, in questo libro scritto direttamente in Italiano, ha raccontato un sacco di storie diverse. La figura di Lilin, la testa rasata ed i numerosi tatuaggi, sfugge alle medie catalogazioni. Mi è capitato di vederlo al Chiambretti Night. La puntata di quella sera non era proprio una delle migliori, sarà che voglio essere e sentirmi scrittore e quindi, spesso se non la maggior parte delle volte, sono costretto a stare dalla parte di chi scrive. Non l'hanno trattato benissimo, hanno insinuato, l'hanno anche offeso. Lui ha giocato un po' col suo ruolo di uomo cresciuto nella comunità criminale della Transinistria ed ha fatto qualche lieve (ma divertente) minaccia.

Il libro non mi è piaciuto. Lilin racconta di un codice d'onore tramandato, e che lui ha respirato sin da piccolo, che deve essere rispettato dalla comunità di criminali "onesti" nella Transinistria, terra dimenticata dal dio della legalità.
Roberto Saviano ha scritto un articolo tempo fa su questo libro. Ne veniva fuori qualche elogio, qualcuno velato, qualcuno meno.
Purtroppo non si capisce se le storie raccontate da Lilin siano vere o no. E purtroppo questo è un aspetto importante, perché il valore del libro è quello di essere documento e opera che possa tramandare una cultura ormai morta. Purtroppo nessuno, nè Lilin, nè la casa editrice si è mai espresso chiaramente* a riguardo. Così io leggo il libro e ne resto affascinato, fino a che non mi dico: e se fossero sciocchezze?
Purtroppo non ne usciamo.

Unico punto veramente interessante è l'uso della lingua, e su questo sono d'accordo con Saviano. La lingua è quella pura di chi non è nato italiano. E' dolce ed ingenua, anche quando parla di delitti ed efferatezze. Un modo di scrivere con la mia lingua che non ricordo di aver mai letto e che mi piace.

*
Se qualcuno sa dirmi qualcosa in più sa dove trovarmi.

-.-.-.-.-.-.-

Nicolai Lilin - Educazione Siberiana, Mondadori


martedì 20 aprile 2010

Ho comprato una macchina fotografica




(L.P. Alla Fiera del baratto e dell'usato)

Mi serve più che altro per qualche lavoretto che devo fare.
Però magari se qualche foto sembra essere carina la posto qua.
Non vi preoccupate, non è che vi divento di nuovo fotografo. Evito di solito secondi tentativi.


La pupa e il secchione II

Qualcuno ha osato dire che guardo troppa tv spazzatura.

Comunque, l'ultima edizione de La pupa e il secchione è sotto tono. Le pupe sono gentili, poco ochette, i secchioni sono poco secchioni e soprattutto simpatici.
Così non va, non va proprio.
Certo però la Barale è stato un bel colpo.

La cosa su cui proprio non si può passare, l'errore fatale, l'inciampare cosmico, è dare a Vittorio Sgarbi il ruolo di Giudice Supremo. Sgarbi DEVE sempre essere messo sullo stesso livello degli altri, altrimenti, come fa a comportarsi così:

lunedì 19 aprile 2010

Il Post.it

Nasce Il Post, su cui scrivono un po' di persone che seguo normalmente sui loro blog.
E' diretto da Luca Sofri.

Giusto per riprendere il post di Francesco Costa:

E' il giornale su cui vorrei scrivere, se non fossi così impegnato a leggerlo.



Ma alla fine Saviano ha lasciato la Mondadori, o no?

Mica l'ho capito.

L'opinione pubblica (il parolone del millennio è usato senza una valida base qui in Italia, sarebbe il caso di dire l'opinione pubblica virtuale su facebook) si è espressa in diversi modi. Tutti quelli possibili:
- Saviano Sputa nel piatto in cui mangia. Prima si fa pubblicare, diventa ricco e famoso e poi fa tutto 'sto casino?
- E' Berlusconi a sputare nel piatto in cui mangia.
- Berlusconi utilizza le sue dichiarazioni banali e superficiali in maniera solo apparentemente banale e superficiale. Il fine sarebbe ancora quello di guadagnare il più possibile sull'opera di Saviano.
- Berlusconi è serio quando dice queste cose. (Io propendo per questa. Nessun vero doppio fine, solo estrema ignoranza e superficialità. Si, esatto, credo che Berlusconi sia profondamente ignorante e che il suo ultimo contributo alla lista di stronzate da libro di storia sia molto sincero.)*

Chi segue questo blog sa quante volte io abbia usato parolacce: due o tre. E guardando ogni volta a chi sono riferite facilmente si può dedurre chi sia l'unico capace di tirarmi fuori così tante parolacce.
Saviano fa bene a lasciare Mondadori. Farebbe magari bene a valutare anche l'operato di tutte le altre persone che lavorano per la Mondadori e che, sicuramente lavorano a più stretto contatto con lui. Ma non sarebbe un gesto da condannare, anzi. A me piacerebbe molto come gesto. E mi piacerebbe molto di più, tra le altre cose, se scegliesse in barba ad ogni pronostico una casa editrice magari non piccola piccola, ma magari piccola e basta, e che magari lavori qui in Campania e che sia gestita da giovani.
Sono sicuro che questo pensiero lui già ce l'ha in testa.

*Sono stufo, molto stufo, di chi continua a parlare "bene" delle doti imprenditoriali di Berlusconi. Sono stufo di chi continua a dire che deve essere una persona intelligente, magari di cui non si condivide l'operato, ma che deve essere intelligente. La sua esternazione, questa volta vi prego, prendetela per quello che è: (mi censuro, ora sarebbe troppo!) una gran cavolata.

The paris Review IV

Numero 28, 1962

Henry Miller

Ognuno ha il suo modo. Dopotutto, gran parte della scrittura nasce lontano dalle macchine da scrivere, lontano dalle scrivanie. Direi che succede tutto negli attimi di calma, di silenzio, mentre cammini o ti radi o giochi a qualcosa, persino mentre parli con qualcuno che non ti suscita grande interesse. Lavori tutto il tempo, la tua mente lavora, a quel problema nel retro del tuo cervello. Così, quando ti metti alla macchina da scrivere è una mera questione di trascrizione.

sabato 17 aprile 2010

Ma come si fa a dire certe cose

Come si fa?
Cioè, dopo tutte le accuse, dopo tutti i dettagli su frequentazioni, contatti, stallieri e bombe nel cortile, amicizie "particolari", processi (o sarebbe il caso di dire non processi) come fa uno a dire una cosa del genere?

La piovra e Gomorra fanno cattiva pubblicità all'italia nel mondo

Cattiva pubblicità? Berlusconi ha fatto e detto tante cazzate, più di una volta. Magari qualcuna era solo imbarazzante (come le corna nella famosa foto o il fatto dei coglioni, senza arrivare all'ultima sul cancro decisamente irrispettosa), qualcuna più pericolosa. Ecco, questa volta è pericolosa. Pericolosa è stupida. Soprattutto riguardo Gomorra edito da Mondadori.
Se vi fate un giro su wikipedia il nome di Berlusconi compare sotto il titolo di Maggior Azionista. Ma questa è storia nota e lo sappiamo tutti.
Alcuni autori si sono espressi riguardo la questione su Repubblica.
La gravità è dimostrata dal fatto che non bisogna essere per forza Grossman o Rushdie per capire quanto l'abbia sparata grossa.

The paris Review III

N.162, 2002

Ian McEwan

Uno scrittore in una mattinata favorevole, di grande scorrevolezza compositiva, sperimenta una gioia calma ed intima. Questa gioia in seguito libera una densità di pensiero che può scatenare nuove sorprese. Lo scrittore agogna questi momenti, queste sessioni. [...] Nient'altro - presentazioni riuscite, successo di pubblico, buone recensioni - vi si avvicinano per intensità.

venerdì 16 aprile 2010

Jason Polon



Ho scoperto questo artista grazie al Venerdì di Repubblica e ad un pezzo di Anna Lombardi.
Jason Polon è molto conosciuto negli stati uniti, ha ridisegnato tutte le opere del MoMa ed i suoi lavori si possono comprare anche nella sezione shop del museo.
Polon da qualche anno fa una cosa meravigliosa:
Si apposta e fa schizzi dei passanti. Ovunque, nei ristoranti, nelle piazze, agli angoli delle strade. Cerca di non farsi vedere e di passare inosservato.
Addirittura se gli mandi una mail dicendo a che ora sarai in una data zona lui fa di tutto per esserci e fare uno schizzo sulle tue attività senza essere visto. Il suo proposito è riuscire a ritrarre ogni persona che vive a New York.

Qui trovate il suo blog, su cui posta i suoi lavori di tanto in tanto.

Alle volte riesce a beccare gente famosa. Il mio preferito è lo schizzo n.770 in cui è ritratto Michel Gondry.



The paris Review II

Su Italo Calvino:

N° 124, 1992

In altri termini scrivo veloce, ma ho enormi periodi di stallo. E' un po' come la storia del grande artista cinese: L'imperatore gli chiese di disegnare un granchio, e l'artista rispose "Mi servono dieci anni, una casa grande e venti servi". Dieci anni trascorsero, e l'imperatore gli chiese del disegno del granchio. "Mi servono altri due anni", disse quello. Poi gli chiese un'ulteriore settimana. E alla fine di tutto, prese in mano la penna e disegnò il granchio in un attimo, con un unico, rapido gesto.

The paris Review


The Paris Review è una rivista, fondata nel 1953. In più di mezzo secolo ha pubblicato nomi importantissimi della letteratura contemporanea. In 1092 pagine propone in questa raccolta otto volumi, quattro antologici e quattro di interviste.

www.theparisreview.org

Ho fatto una serie di post (non ancora pubblicati perché non ho avuto modo di controllarli per bene) per farvi capire quanto sia importante questo testo.
(La Fandango dovrebbe pagarmi per tutta queste pubblicità...tzè!)

-.-.-.-.-.-.-

The Paris Review - Il libro, Fandango

venerdì 9 aprile 2010

Trash?


Ho visto Gamer al cinema.
Se vi interessa cosa ne penso potete leggerlo qui.

I registi di Gamer sono gli stessi di Crank, o meglio, uno dei due ha girato anche Crank II - High Voltage. Questi ultimi due mi sono piaciuti molto più che Gamer.
Probabilmente vi starete chiedendo: ma sta facendo sul serio?
La risposta è si.

Crank parla di un forzuto pazzo e violento che a causa della somministrazione di un veleno deve costantemente tenere alto il livello di adrenalina per poter sopravvivere. Per rimanere in vita fa davvero di tutto, come fare sesso in pubblico con la sua donna, o scatenare una rissa in un locale frequentato da afroamericani. E' un film trash, in cui per mostrare gli spostamenti o i luoghi dall'alto, i registi utilizzano riprese di google heart.
Crank II, invece, è ancora peggio. Lo stesso forzuto pazzo di Crank, sopravvissuto alla caduta da un elicottero (!) dopo la sostituzione del cuore con un cuore artificiale per volere di cinesi vari, è costretto, pena la morte, a somministrarsi scariche di elettricità per tenere in vita il proprio corpo. Inutile dire che arriverà a ricaricarsi attaccando i morsetti della batteria della macchina alla lingua e ad un capezzolo (come da foto). Anche questa volta farà sesso in pubblico (la sequenza è delirante) e questa volta lo farà in un ippodromo.

Questi film mi sono piaciuti perché mi hanno fatto ridere. Tra tanti film d'azione che si prendono troppo seriamente questi mi hanno colpito per il loro non prendersi sul serio. Se è un gioco, che lo sia fino in fondo. Sono film in cui accade di tutto e in cui tutto è possibile, in cui ogni libertà desiderata viene espressa e realizzata. Sono arrivato alla conclusione che il trash non per forza è da disprezzare. Ma a quanto pare sono solo l'ultimo ad esserci arrivato.


mercoledì 7 aprile 2010

Nhl Awards 2009

In questo gli americani sono grandi.

La doppia seduzione



Ho studiato qualche anno fa, per un esame all'università, un lungo ed accurato saggio di Francesco Orlando. In questo saggio, analisi su base freudiana (principalmente sulla formazione di compromesso) dell'opera di Montesquie Lettere Persiane, Orlando dimostrava la sua grande abilità sia di critico che di lettore appassionato.
Francesco Orlando, a 76 anni, ha finalmente pubblicato un romanzo, di pura narrativa, iniziato a 22 anni e che ebbe tra i lettori di una delle prime stesure addirittura Tommasi di Lampedusa.

Ho scritto dell'incontro da Feltrinelli del mese scorso con Orlando qui.
E quella è la versione ufficiale, in cui solo alla fine dell'articolo mi lascio andare a qualche critica, che posso qui trattare con più sincerità.
Il primo intervento, quello di Francesco Conrotto è durato un'ora, minuto più minuto meno. Tant'è che una signora, abbastanza stufa e stanca, non perdendo il rigore e l'educazione che si cerca di mantenere sempre in questo genere d'incontri, ad un certo punto (cito testualmente) ha detto: siamo venuti qui per ascoltare principalmente l'autore.
Dopo un'altra decina di minuti, Conrotto ha lasciato la parola a Paolo Amalfitano.
Quest'ultimo ha letteralmente rivelato la fine del libro. Dimenticando completamente il fatto che si stesse parlando di Narrativa, seppur con grandi e profonde basi di partenza, e che ai lettori di narrativa piace scoprire da soli come finiscono i libri che leggono, credendo di trovarsi ad un simposio sulla lettura su basi freudiane della narrativa che tratta di sentimenti e omosessualità, ha preferito rivelare il contenuto delle ultime due pagine del libro. E pensare che lo stesso Orlando poco dopo ha anche detto: Il libro non è un giallo, ma ha qualcosa in comune con un giallo. Vi assicuro che il finale è assolutamente inaspettato.
Certo, per me non lo è stato.
(evito qui di fare lo stesso errore).

Quindi se qualche illustre professore o critico letterario legge queste parole, è invitato alla prossima presentazione di un libro di narrativa, a considerare la possibilità di rispettare il lettore non rivelando nulla che possa considerarsi inaspettato o sorprendente per un lettore medio.

Orlando si è rivelato invece incredibilmente affascinante, appassionato e per nulla criptico. La sua limpidezza, il suo riuscire a parlare a tutti - sebbene stesse trattando un argomento delicatissimo - è indice di caratura nettamente superiore rispetto a chi lo ha assistito durante la presentazione.
Il libro è molto profondo ed ovviamente scritto in maniera divina. La scrittura delicata, anche in alcune parti più ostiche, non risulta mai antiquata. E' però una scrittura che rifiuta tecniche moderne o recenti sperimentazioni, tradizionale nella forma ma non nei contenuti, che sono più che al passo con i tempi, mostrando quanto sull'omosessualità si sia scritto poco e come nonostante siano passati 54 anni alcuni tabù non siano ancora stati rimossi.

Forse era il caldo delle notti che la mattina gli faceva aprire gli occhi con l'alba. Ai lontani allarmi dei galli rispondevano fischi di treni. Dal balcone semiaperto entravano aliti d'aria , due tendine e una tenda si muovevano, le pareti della camera spostate lievemente in giro. Il cuore gli si faceva piccolo, avrebbe voluto alzarsi e partire. Ma questa fantasia serviva da pretesto a un'altra , che qualcuno salpasse con lui sul treno.

-.-.-.-.-.-

Francesco Orlando - La doppia seduzione, Einaudi

Sono sicuro


L'unico modo che ha Messi per diventare leggenda al pari dell'altra leggenda è passare per Napoli. Mi dispiace per tutti gli altri, ma solo noi possiamo consegnare lo scettro del giocatore più forte di tutti i tempi. Nessuno avrebbe il coraggio di dire che non è il caso di rispolverare la maglia numero 10 per uno così. Tanto una volta che hai vinto tutto, quale impresa può solleticarti il palato più che venire a Napoli, dove ha giocato Maradona, e dimostrare che puoi vincere ovunque?

domenica 4 aprile 2010

Bossi Jr.


Va bene, i leghisti e Bossi non stanno simpatici a nessuno.
Ma continuare a scrivere in ogni articolo che Renzo Bossi è stato bocciato diverse volte all'esame di maturità ha un po' stancato.
Mi piacerebbe leggere critiche serie, articoli che spieghino ciò che rappresenta la lega in Italia e sul perché piaccia così tanto agli Italiani. Ed ho paura che continuare a fare propaganda su elementi frivoli e sciocchi non posso portare a tanto.
Insomma chi se ne frega del rendimento scolastico del figlio di Bossi.
Piuttosto dovrebbe preoccuparci la loro politica chiaramente discriminante ed il fatto che la gente senta quest'ultima come una calda e rassicurante soluzione.
Chi se ne frega di Renzo Bossi, quando abbiamo Umberto, Maroni, Calderoli, Borghezio.
Capisco che quando uno non ha più nulla da attaccare inizi a scocciare sul gossip, ma non dovremmo essere i primi ad occuparci di cose serie?

Detto questo dovrebbe preoccupare più la scelta chiaramente dinastica all'interno di un partito chiaramente pericoloso come quello leghista.

sabato 3 aprile 2010

P.P.P

Sono giorni strani questi.
Pieni di notizie e di faccende da verificare.
Mi trovo, personalmente, a mettermi nei panni di chi si sente così tanto coinvolto nella faccenda.
Cosa ti hanno fatto?
Non si può non chiedere questo, guardando le foto, o leggendo le ultime news che giorno dopo giorno affollano i giornali e gli spazi web.
Una domanda che vuol dire sia guarda come ti hanno ridotto ma anche cosa ti hanno fatto davvero?

La verità. Che poi anche a scrivere solo la parola verità diventiamo tutti ridicoli.
C'è questa mia amica che proprio non riesce ad uscire dalla questione Pasolini.
Ed un po' di persone hanno deciso di darle una mano.