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QUESTO BLOG È UN ARCHIVIO CHE RACCOGLIE I POST ANTERIORI AL 2014. IL NUOVO BLOG LO TROVATE QUI.

sabato 31 gennaio 2009

Murakami Haruki

Tanti si interrogano sulla funzione del romanzo nella modernità. L'impatto che la scienza della comunicazione e i nuovi media hanno avuto sui metodi di scrittura non può non essere tenuto in considerazione.

Il Prof. De Cristofaro mi consiglia un autore e subito ci mettiamo alla ricerca. Si chiama Murakami Haruki, giapponese, pare interessante. Ovviamente, di lui non so nulla, praticamente ignoro completamente la sua esistenza. Trovo in libreria qualche titolo, quello che mi colpisce di più lo prendo. (E' nella pila delle prossime letture)

Questa mattina, dopo una notte passata a recuperare sonno arretrato, mio padre invade la stanza spalancando la porta e svegliandomi. Mi lancia sul letto questa rivista letteraria, Pulp, in cui l'intervista principale riguarda proprio il nostro suddetto autore.
Caso? Ormai cerco di non stupirmi più riguardo collegamenti ed eventi fortuiti.
Passando davanti al giornalaio ha letto il nome dell'autore sulla rivista, si è ricordato del fatto che ne avessimo parlato, ed ha comprato il giornale.

Haruki pare un uomo distinto, ben vestito, dallo sguardo impegnato a sognare più che a capire.
Nell'intervista esprime la sua opinione proprio sull'argomento "romanzo nel mondo moderno".

"La lettura dei romanzi deve oggi competere con lo sport, lo stereo, la televisione, i video, la cucina e altri passatempo altrettanto godibili. Lo scrittore non può più pretendere che i lettori impieghino tempo ed energia nel cercare di capire una narrativa difficile."

Una provocazione, come scrive Claudia Bonadonna autrice del pezzo.

Ma quanto è vera, purtroppo, quest'affermazione.

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Speciale Murakami Haruki, di Claudia Bonadonna, Pulp libri

venerdì 30 gennaio 2009

Libri e anticipazioni

"Fra qualche secolo passeremo alla storia come uomini interessati solo a cronache di omicidi: Questa stupida fantasia attraversò per un attimo la mia mente."

Shiomi Kazunori, Musica - Yukio Mishima, Feltrinelli

Fantasia?
A me sembra ancora una volta un chiaro esempio di anticipazione veritiera.
Cogne, Garlasco, Perugia.
Il limite tra ossessione ed informazione qual è?



giovedì 29 gennaio 2009

Novità? Certo che no.

Non è certamente una novità. Tutti sappiamo cosa succede e qual è la situazione nei paesi poveri del mondo.

Andate a questa pagina e leggete l'articolo.

Il mio vero dubbio:

Capiranno mai che lasciar morire questi luoghi, anche ragionando (come fanno del resto) egoisticamente, non è salutare per nessuno?

Ma voi riuscite a capirlo, il mondo?

mercoledì 28 gennaio 2009

Walden


Sono arrivato a Thoreau tramite il libro Nelle terre Estreme di Jon Krakauer. Libro che tratta della storia (ormai nota) di Christophere Mccandless.

Walden - Ovvero vita nei boschi, mi è apparso subito ostico ma affascinante. Chi è interessato alla condizione più "estrema" del viaggiare e della ricerca dell'identità umana nel mondo della natura, può leggerlo appassionandosi.
Un testo coerente, pieno di riferimenti e critiche alla società che andava delineandosi. Tuttavia, al di là dei riferimenti storici, ciò che più colpisce è la riflessione sull'uomo stesso.

"L'opinione pubblica è un tiranno assai debole, paragonato alla nostra opinione personale. Ciò che determina o piuttosto indica il fato di un uomo è l'opinione che egli ha di se stesso."

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Henry D. Thoreau, Walden - Ovvero vita nei boschi, Bur
Jon Krakauer, Nelle terre estreme, Corbaccio




martedì 27 gennaio 2009

Il Pianista

Sono stato colpevole.

Da bambino, dopo aver ascoltato le atrocità sulla seconda guerra mondiale e sulla shoa ho creduto che un tale evento non potesse mai ripetersi.
Ed il mai così fortemente sentito mi ha reso colpevole. La fiducia che ripongo nel genere umano mi ha portato fuori strada tanto da non farmi mai considerare l'idea che un dramma del genere si possa ripetere. Non nel mio mondo, non nella mia esistenza.

Il dolore, la sofferenza, gli scontri, le guerre, le parole d'odio, sono presenti nel mio mondo. Così come sono presenti le nostre reazioni, alle volte ingiustificate. Alle volte siamo noi a provare odio, ad essere malvagi, a desiderare il dolore altrui. Non credere che questo sia un primo passo verso la creazione del male è sbagliato. Non abbiamo imparato abbastanza sulla nostra pelle di genere umano? Lasciar cadere il cappotto dell'odio potrebbe farci tornare ad essere più umani. Essere più umani è diventato uno slogan. Lo condivido, ma non sono convinto che tutti abbiano capito cosa signifchi.

Incredibile che una cosa così bella come la musica di Chopin ed una cosa così brutta come la devastazione di una guerra, si incontrino nella storia di Władysław Szpilman.

lunedì 26 gennaio 2009

La televisione che da tutto in cinque minuti.

Sapevo della "faccenda" - Hostess dell'Alitalia nella casa del grande fratello -. Ciò che non sapevo è che tale Hostess avesse chiesto la cassa integrazione perchè ospite proprio del Grande Fratello.

L'ho scoperto, lo ammetto, lasciando la televisione accesa su canale 5 mentre cucinavo, proprio mentre andava in onda la puntata di stasera. Ho subito pensato che fosse ciò che di peggio si potesse immaginare in prima serata. Anche in seconda probabilmente.

Ma è successo qualcosa di inaspettato. Alfonso Signorini, direttore di Chi e Tv Sorrisi e Canzoni ospite fisso del programma, si è lanciato in un'invettiva contro la giovane Hostess. Sovrappensiero, mentre col mestolo tentavo di non far diventare colla la mia pasta e lenticchie, mi sono ritrovato a dire Bravo, hai detto bene.

Lo stesso programma è riuscito a:

1) Accettare come concorrente la dipendente di un'azienda la cui crisi ha gettato scompiglio sulla nazione intera
2) Accettare come concorrente colei che era stata identificata come immagine della rivolta (a causa di una, dicono, famosa foto)
3) Accusare pubblicamente il suo indecoroso comportamento facendomi annuire a facendomi dar ragione(!) ad Alfonso Signorini.

Tutto questo in 5 minuti.

giovedì 22 gennaio 2009

Tre cavalli II.


Non ho resistito. Ho scritto di Tre cavalli di Erri De Luca pochi giorni fa e mi è venuta una tale voglia di rileggerlo che l'ho fatto in qualche ora.

Il messaggio che vi sto lasciando è più di un consiglio.
Dovete leggere questo libro.

"Pezzo di santo d'Africa, penso, vieni a dare la tua sapienza a un selvaggio d'Europa che segue la luna sul calendario e le nuvole sul bollettino della radio e non sa leggere nessuna parola senza un alfabeto. E' così accordata la vita, così messa a spartito da avvisare segni, contrappunti? Buono per me di non sapere niente in tempo. Perchè ci vuole la tua pazienza per reggere di sapere. Ci vuole il tuo naso largo, i denti affacciati a ridere, la fronte arrugginita dal sudore, serve il tuo grigio incallito e non il mio colore a buccia di uovo."

mercoledì 21 gennaio 2009

Yukio Mishima

Dovendo scrivere un saggio sul suo rapporto con la musica ho procurato e letto un po' di libri "interessanti".

Ho scoperto Mishima all'età di quindici anni, età in cui si è facilmente condizionabili. Un personaggio così carismatico non lascia indifferente nessun adolescente. Adesso che ho qualche anno in più mi sono accorto di aver dimenticato quanta poesia ci fosse nelle sue parole.

Sole e Acciaio, Guanda: A metà tra la confessione e la critica. Si legge in un lampo e le pagine finali sono davvero piene di poesia.

Musica, Feltrinelli Editore: Un testo chiaro e limpido. Le domande su come raggiungere una prosa così levigata e "sicura" senza cadere nella monotonia ancora mi assillano. Adatto anche a chi ha bisogno di suspance e mistero per proseguire la lettura.

Lezioni spirituali per giovani samurai, Feltrinelli editore: Con questo testo ho dovuto fare un compromesso. Non l'ho trovato di facilissima lettura ma è indispensabile per avere una visione completa di Mishima.

La voce delle onde, Feltrinelli editore: Pieno di poesia. Ancora una volta capisco che si può raccontare ed essere poetici senza troppo clamore. E non parlo di sentimenti descritti in punta di piedi, ma della capacità di usare le parole giuste per descrivere ciò che accade.

A proposito di raccontare, narrare e di libri, qui trovate il post del sempre puntuale Luca De Biase sullo Storytelling ed il mondo in cui viviamo.

lunedì 19 gennaio 2009

Guccini, X Factor e la Musica in generale.

Francesco Guccini dice: - X Factor salverà la Musica -.

«Oggi- ragiona Guccini- le case discografiche non possono più investire tanti soldi sui personaggi. Per cui è difficile sfondare se non si passa per questi canali. È l'unica possibilità per un giovane che voglia fare musica nuova. Un tempo questo ruolo era svolto da Sanremo»

Mi dispiace non condividere il pensiero di una tale mente. Sarebbe forse il caso di correggere il tiro di tale affermazione. X -Factor può forse salvare il bilancio economiche del fenomento vendita/acquisto della musica in italia. X Factor può salvare un mercato economico ed un business che ormai con la produzione di musica di qualità ha davvero chiuso. Ci si batte tanto per salvare un mercato musicale che spesso, così impegnato a valorizzare nuove proposte, non si chiede più cosa vada valorizzato e cosa no.

Non si può salvare nulla se non ci si muove principalmente sul piano culturale. Essere frettolosi nella valutazione e nell'educazione non è una formula vincente. Certamente è più facile far comprare dischi e vendere prodotti spacciabili per innovativi e meritevoli, che cambiare totalmente l'andamento della cultura di questo paese.

A me personalmente tutto questa fa paura. E mi fa paura che esponenti del calibro di Guccini non valutino attentamente la questione.

Per qualche riferimento in più:

L'articolo su LA STAMPA.IT


domenica 18 gennaio 2009

Tre cavalli un uomo


Mi fa sorridere il fatto che nonostante ci siano milioni di libri da poter comprare e regalare, si giri intorno a due tre titoli che si ritiene di fondamentale importanza. Ieri ho regalato Tre Cavalli di Erri De Luca ad un amico per il suo ventunesimo compleanno.

"Questo devono fare i libri, portare una persona e non farsi portare da lei, scaricarle il giorno dalla schiena, non aggiungere i propri grammi di carta alle sue vertebre."

Tre Cavalli, Erri De Luca, Feltrinelli

sabato 17 gennaio 2009

Iniziamo bene, con qualcosa di leggero.

Finalmente ho deciso di "mantenere" un blog personale funzionante. Di solito riesco meglio ad inserirmi in qualcosa di già pronto...spero questa volta di stupire me stesso.

Vorrei saltare subito le presentazioni, o meglio quelle che si crede essere tali, per cominciare invece con qualcosa di importante.

La lite tra Santoro e l'Annunziata, oltre ad essere un momento televisivo decisamente "notevole", ha scatenato un bel dibattito sui limiti e i doveri di entrambe le figure professionali.
Ancor più, mi ha reso partecipe dell'avanzato stadio di decomposizione in cui giace il senso della misura e la capacità di dialogo nel nostro paese. Si pretende di dire la propria e si pretende che questa propria idea non venga mai messa in discussione.

E' tutto inutile. Perchè quando non c'è volontà di chiarezza si finisce per appoggiare non una parte politica nè un popolo in pericolo. Non si sotiene la sofferenza della gente così, nè si racconta la verità. Mi chiedo alle volte se ci sia davvero la volontà di risolvere i conflitti, o almeno di diventare parte integrante della loro risoluzione, oppure se ci sia solo tanta voglia di urlare. Urlare e basta.

Lucia Annunziata ha fatto un solo errore a mio avviso. Rivolgersi a Santoro dicendo io e te facciamo lo stesso mestiere.