Il Prof. De Cristofaro mi consiglia un autore e subito ci mettiamo alla ricerca. Si chiama Murakami Haruki, giapponese, pare interessante. Ovviamente, di lui non so nulla, praticamente ignoro completamente la sua esistenza. Trovo in libreria qualche titolo, quello che mi colpisce di più lo prendo. (E' nella pila delle prossime letture)
Questa mattina, dopo una notte passata a recuperare sonno arretrato, mio padre invade la stanza spalancando la porta e svegliandomi. Mi lancia sul letto questa rivista letteraria, Pulp, in cui l'intervista principale riguarda proprio il nostro suddetto autore.
Caso? Ormai cerco di non stupirmi più riguardo collegamenti ed eventi fortuiti.
Passando davanti al giornalaio ha letto il nome dell'autore sulla rivista, si è ricordato del fatto che ne avessimo parlato, ed ha comprato il giornale.
Haruki pare un uomo distinto, ben vestito, dallo sguardo impegnato a sognare più che a capire.
Nell'intervista esprime la sua opinione proprio sull'argomento "romanzo nel mondo moderno".
"La lettura dei romanzi deve oggi competere con lo sport, lo stereo, la televisione, i video, la cucina e altri passatempo altrettanto godibili. Lo scrittore non può più pretendere che i lettori impieghino tempo ed energia nel cercare di capire una narrativa difficile."
Una provocazione, come scrive Claudia Bonadonna autrice del pezzo.
Ma quanto è vera, purtroppo, quest'affermazione.
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Speciale Murakami Haruki, di Claudia Bonadonna, Pulp libri
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