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lunedì 28 febbraio 2011

Faulkner


L'intervista a William Faulkner raccolta in The Paris Review interviste Vol. 2 è probabilmente L'Intervista.

Nessuno è mai riuscito a essere all'altezza del suo sogno di perfezione, per questo il mio giudizio si basa sul nostro splendido fallimento nella creazione dell'impossibile. Sono convinto che se potessi scrivere di nuovo le mie opere riuscirei a migliorarle, e questo, per un artista, è in assoluto la situazione più positiva. Ecco perché l'artista non smette di lavorare, provare e riprovare; ogni volta crede che sarà quella buona, che ce la farà. E' ovvio che non ce la farà, ed è per questo che la situazione è positiva. Se ce la facesse, se riuscisse davvero a portare l'opera all'altezza dell'immagine, del sogno, non gli resterebbe altro che tagliarsi la gola, buttarsi giu da quel pinnacolo di perfezione, verso il suicidio. Io sono un poeta fallito. Forse ogni romanziere attraversa un momento iniziale in cui vuole scrivere poesie, poi scopre che non è in grado di farlo, e allora prova con i racconti, che dopo la poesia sono il genere più impegnativo. E solo allora, dopo aver fallito anche in quello, comincia a scrivere romanzi.

lunedì 21 febbraio 2011

Per i miei amici musicisti


La musica è una società segreta. I musici si riconoscono tra loro per segni d'intesa come altre volte i franchi muratori, e un musico di Pretoria che arriva a Valparaìso, uno di Stoccolma che arriva a Chicago è sicuro di trovare in stazione dei fratelli che lo aspettano, gli danno il vitto e l'alloggio, lo forniscono di soldi.
Un musico si porta dietro il proprio ambiente, l'aria adatta ai suoi polmoni, la temperatura che si affà al suo organismo e che di solito è alta, perché contrariamente a quanto credono i più il musico è un animale a sangue freddo. [...]Nei conservatori, o come dire nelle scuole in cui s'insegna l'arte segreta della musica, spira un'aria iniziatica, un'atmosfera templaria, un venticello eleusino, che alle altre scuole manca; e chi iniziato non è a quei misteri ne percepisce appena la confusa sonorità, se in un materno pomeriggio d'autunno imbottito di molle bontà, o in una torbida mattina di primavera striata di inquietudini mortali passa lungo il muro di un Conservatorio, traversa i suoni che grondano dalle finestre e nei quali si aggrovigliano polacche di Chopin e rapsodie ungheresi di Liszt, ciaccone di Bach e flautati sulla quarta corda di Wieniawski, scale cromatiche di clarinetti e a soli di corni inglesi.

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Alberto Savinio - Verdi uomo quercia, in Narrate uomini la vostra storia, Adelphi

giovedì 17 febbraio 2011

Lavoro, Valor, Bella Napoli


BellaNapoli - Storie di lavoro, di passione e di rispetto, ultimo libro del mio amico Vincenzo Moretti è stato presentato qualche giorno fa alla Feltrinelli. Il tempo è passato, ma mi ero ripromesso di scriverne, quindi eccoci qua. Di scriverne in maniera informale, ecco, perché in maniera formale ne ho già scritto qui.

Il libro è molto piacevole. Per chi non avesse letto ancora un libro di Moretti - lui non sa ancora bene se è più sociologo o più scrittore - la sua scrittura è di una leggerezza così piacevole che vi consiglio di comprare BellaNapoli, di leggerlo, e poi comprarne un'altra copia per regalarla. Non fraintendete il termine leggerezza, per piacere. Il tema è complicato. Quando ho invitato un po' di gente su Facebook all'evento, qualcuno ha commentato dicendo che "Lavoro e Napoli" è un ossimoro. Forse lo è davvero.

Nel libro ci sono storie vere. Percorsi lavorativi diversi, tortuosi e reali. La mia generazione ha un rapporto controverso con il mondo del lavoro, ed è difficile spiegare tutto in un post, ma riassumendo per grandi linee, saltando diversi passaggi, penso che la mia generazione (generazione a cui appartengo, lungi da me tirarmi fuori da questa ramanzina) finisca sempre più per confondere arrivismo e merito. Ho paura, in poche parole, che anche chi sembra ragionare in modo corretto, riguardo al lavoro, al futuro, al creare una strada lavorativa onesta, sia ormai avvelenato dal clima degli ultimi sedici anni. A me il libro ha ricordato delle cose in cui credevo quando ero più piccolo, quando immaginavo per un pomeriggio intero che da grande avrei fatto il macellaio o l'idraulico. Ma anche questa è un'altra storia.

Altro punto importante è che alle presentazioni dei libri di Vincenzo Moretti c'è una bella atmosfera. E' certamente dovuto ai temi dei libri che presenta, ma non solo, anche al fatto che chiunque decida di venire alle presentazioni, sa che continuare a discutere di cose importanti come amicizia, storia con la s piccola e Storia con la S grande, lavoro, giustizia, serietà, non è inutile. E che forse, continuando a parlarne insieme, prima o poi qualcosa succede. Si sta tutti lì, giornalisti, studenti, sociologi, scrittori, sindacalisti, imprenditori, esperti di materie difficilissime da pronunciare, musicisti, e si discute. E a me questa cosa piace. Poi c'è sempre il momento in cui qualcuno dice qualcosa di così bello che devo prendere carta e penna e scriverlo, così poi lo scrivo nel post sul blog, qualcuno si incuriosisce, compra il libro, e magari la prossima volta viene alla presentazione e sarà lui a dire la cosa più bella.

Uno dei lavoratori di cui Vincenzo Moretti ha scritto, Beppe D.V, invitato a parlare a fine presentazione, ha detto:

Tutto quello che guadagno lo investo in resistenza.

Voi, invece, avete mai fatto caso al fatto che la parola Lavoro può essere trasformata in Valor? (maledetta vocale).

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Bella Napoli. Storie di lavoro, di passione e di rispetto - Vincenzo Moretti, Ediesse

martedì 15 febbraio 2011

Arte pazza

Io ignoro se in sé la musica obbedisca a una sola ragione, ma, in confronto al concetto che noi abbiamo della ragione, la musica è un’arte pazza e, abbandonarsi alla musica con tanta imprudenza come vi si abbandonano i musici amatori di musica, è atto di pazzia. E’ la pazzia della musica che rende necessaria una così complicata e rigorosa struttura teorica e tecnica.

Nel capitolo della mia tesi dedicato ad Alberto Savinio c'è questa citazione dell'autore. E' più o meno quello che sosteneva la mia maestra di solfeggio quando diceva che la musica va domata altrimenti se ne perdi il controllo è lei a domare te. E forse a qualcuno sembrerà un'esagerazione, ma io sono d'accordo con entrambi.

venerdì 11 febbraio 2011

Nella mia tesi di laurea

Che poi in realtà, il nome tecnico sarebbe elaborato di laurea, ma tutti la chiamano tesi di laurea.

Ad un certo punto, nel capitolo dedicato a James Baldwin, in cui ho scritto di blues, di rapporti tra musica e afroamericani, ma anche di blues come voce dell'anima del mondo intero, ho citato un brano musicale. E' un brano di cui James Baldwin parla ne Il blues di Sonny, che sicuramente vi ho già consigliato e che vi consiglio nuovamente.

Su Youtube ci sono diverse versioni di Am i blue? (quella che preferisco è naturalmente quella della Fitzgerald), e ieri, in qualche ora, ho ascoltato tutte le versioni esistenti. Alla fine ho scelto di condividere questa.




Mi piace pensare che il 25 mattina, quando verrò fuori dall'aula, tra genitori in festa e visi gonfi d'orgoglio, me ne tornerò a casa fischiettando proprio Am i blue?.

giovedì 10 febbraio 2011

Caro diario

Ieri sera con alcuni amici abbiamo rivisto Caro diario.
C'è qualcosa di terribilmente ipnotico in quel televisore in cui appare la Mangano.
Sfido chiunque a dire che non sia, almeno in questa scena, la donna più affascinante mai esistita.



(Grazie a Fabio Brigante)

Braking Bad

Quel mio amico che mi consiglia le serie Tv l'ha rifatto.
Cioè, ci ha azzeccato di nuovo.
Prima o poi lo convinco ad aprire un blog.

Ricordate Hal? Il padre di Malcom? Giusto per fare una precisazione a me Malcom mi faceva morire dal ridere. Ecco, in Malcom, Bryan Cranston era così:



In Braking Bad è così:


Non mi piace fare la parte dello spettatore che si stupisce di quanto abbiano fatto ingrassare De Niro per recitare in Toro Scatenato, però, non c'è altro commento da fare, l'hanno completamente trasformato e bla bla bla.
Cranston, che tra l'altro ha vinto tre Emmy come miglior attore, uno per ogni serie di Braking Bad, interpreta un professore di chimica a cui hanno diagnosticato un cancro ai polmoni. L'unico modo che ha per pagare le spese mediche è passare al lato oscuro, ed utilizzare le sue grandi capacità scientifiche per produrre la miglior metanfetamina di Albuquerque, New Mexico, Usa.
Detta così, ovviamente, posso giustificare i vostri visini contrariati.
Ma se vi fidate, non ve ne pentirete.

Magari chi ha lo stomaco deboluccio lo evitasse.

lunedì 7 febbraio 2011

E' stato un bel superbowl

Come al solito, un po' dormivo ed un po' guardavo.

Lo show di metà partita, che per loro è tipo la nostra premiazione del festival di Sanremo ma moltiplicato per mille, non mi è piaciuto molto.
I black eyed peas saranno pure simpatici, ma volete mettere con questo?