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QUESTO BLOG È UN ARCHIVIO CHE RACCOGLIE I POST ANTERIORI AL 2014. IL NUOVO BLOG LO TROVATE QUI.

mercoledì 29 aprile 2009

The Best Thing For You


Anno 1977.

Sapete che ho una tromba a casa? Comprata per un centinaio d'euro.
Penso anche che sia il caso di imparare a cacciare qualche nota.

Ah, ascoltate questo cd.

martedì 28 aprile 2009

Brunetta che fa la partaccia a Daria Bignardi su Brodolini.
E ci sta, per carità.
Ma a questo punto sarebbe carino sapere quanti dei colleghi di Brunetta conoscano Brodolini.

Di solito a queste cose pensa "Le Iene". Chi lo sa, magari colgono il suggerimento che manderò alla loro redazione.

sabato 25 aprile 2009

Giorni di ghiaccio

"C'è un silenzio irreale al campo base. Sento gli occhi di tutti puntati su di me. Non dico niente. Mi avvicino al Chorten -il tipico monumento votivo buddhista - e m'inginocchio.
In questo momento sono solo.
Parlo alla montagna e le chiedo:
- Perché l'hai fatto? -"

La storia di un grande tragedia, la storia di uno scalatore, di uno sportivo estremo, la storia di un uomo. Libro da "bere" più che da leggere, affascinante per i quesiti che lascia in sospeso. Cosa può l'uomo? Cosa spinge a superare il limite? Cos'è invece che ti frena e che può addirittura salvarti la vita?

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Marco Confortola - Giorni di Ghiaccio, Baldini Castoldi Dalai Editore

venerdì 24 aprile 2009

Il K2, la tragedia di agosto.

Oggi ho ascoltato un'interessante intervista a Marco Confortola alpinista sopravvissuto alla tragedia avvenuta sul K2 l'agosto del 2008. Morirono in undici.

Confortola è sicuro che il primo motivo della sua sopravvivenza, senza escludere la grande forza di volontà umana e la capacità di adattamento, sia stato il volere della montagna. Il k2 non ha voluto il suo corpo, la sua vita. Il gigante l'ha lasciato andare.

Tra natura e uomo vi è sempre legame, un filo diretto che spesso dimentichiamo.
Confortola ha scritto un libro su quell'esperienza drammatica.
Sicuramente affascinante.

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Marco Confortola - Giorni di ghiaccio, Baldini Castoldi Dalai Editore
Sito Ufficiale di Marco Confortola


Canzoni e dischi per acquazzoni

Ma avete visto che acqua?

Da non perdere Chet Baker - Cool Spring (live in Italy 1958)

E poi se proprio ci si vuole lasciare andare alla pioggia, anche se oggi c'è il sole, un paio di ascolti di Pezzi di Vetro - De Gregori e Linger on pale blue eyes - Velvet Underground non possono mancare.



...e nelle pieghe della mano,
una linea che gira e lui risponde serio
"è mia"; sottindente la vita.
E la fine del discorso la conosci già,
era acqua corrente un pò di tempo fà che ora si è fermata qua.

venerdì 17 aprile 2009

I prossimi Titani

Questo libro è una lucida riflessione. Un'avvincente discussione tra uomini, studiosi, filosofi. Da un lato Ernst Junger, centenario, dall'altra Antonio Gnoli e Franco Volpi.

Colpisce la serietà, la capacità di giudizio, la chiarezza con la quale si affrontano temi politici, sociali, umani, scientifici, filosofici. Il mondo di ieri, di oggi, i mutamenti, il tempo. Tutto raccolto in cento anni di vita. Cento anni lucidi e limpidi.
I nomi che vengono fuori nell'intervista sono nomi titanici. Heidegger, Kubin, Picasso, Carl Schmit, Celine, Yourcenar.

"Il vero scrittore, come la vera ricchezza, si riconosce non dai tesori di cui è in possesso, ma dalla sua capacità di rendere preziose le cose che tocca. Egli è pertanto simile a una luce che, invisibile in sè, riscalda e rende visibile il mondo".

Volevo riportare una frase ancora. Ma è il finale del libro e dell'intera intervista, non sarebbe giusto rovinarvi un momento sinceramente poetico.

Franco Volpi è morto lunedì scorso. Qui trovate l'articolo che ne ripropone la vita, i traguardi, lo spessore non solo accademico.

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Antonio Gnoli /Franco Volpi - I prossimi Titani (Conversazioni con Ernst Junger), Adelphi

giovedì 16 aprile 2009

Nuovi libri e Napoli in bici.

La fatica in bicicletta merita di essere vissuta.
Mi avevano avvisato, pedalare è più difficile di quello che sembra, i movimenti circolari sembrano sempre semplici, facili, ma le gambe sono pur sempre gambe e prima o poi mollano. Per non parlare dell'imparare a "scalare" le salite. Forse non sono ciclista da salita, forse è meglio la pianura. A me piace l'ostinazione nello sport, forse è solo presto, sarà lei a rispondere al mio posto.

Detto questo, pedalare è bello. Seguiranno ovvi aggiornamenti.

Sotto consiglio di Loris ho recuperato due libri che sembrano essere molto interessanti:

Ernst Junger - Trattato del Ribelle, Adelphi e Antonio Gnoli /Franco Volpi - I prossimi titani (conversazioni con Ernst Junger), Adelphi.

Dopo una prima "sfogliata" superficiale sembrano essere davvero davvero interessanti. Seguiranno aggiornamenti.

mercoledì 15 aprile 2009

MIllion dollar baby

La boxe mi ha sempre affascinato. Forse perchè da piccolo, a me e mio padre, piaceva guardare gli incontri. Io e mio padre, due persone che nella vita non hanno mai messo le mani addosso a nessuno.

Da spettatore la boxe mi piace perchè è ostinazione, perchè per qualche attimo i pugili buttano sangue e fatica sul ring, e vedi, se sei attento, gli anni trascorsi nelle palestre, l'aver levigato ogni gesto non tanto per far male all'avversario quanto per liberare se stessi.

"Se c'è una magia nella boxe è la magia di combattere battaglie al di là di ogni sopportazione, al di là di costole incrinate, reni fatti a pezzi e retine distaccate. È la magia di rischiare tutto per realizzare un sogno che nessuno vede tranne te."

Ma non sono un esperto, quindi mi censuro.
Per quanto riguarda i film sulla boxe, Toro Scatenato resta al primo posto, ma Million Dollar Baby, se non si piazza al secondo, poco ci manca.

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Million Dollar Baby - Clint Eastwood (2004)

martedì 14 aprile 2009

Vecchi cd e nuovi ricordi.

Chet Baker.
E' un personaggio su cui spesso nella mia vita sono tornato e ritornato. Una volta mi sono addirittura pentito di averlo abandonato un po'.
C'è stata subito forte amicizia tra me e lui, senza bisogno di andare troppo in fondo. Però sono dell'idea che nelle questioni, quasi tutte, non si vada mai troppo in fondo. Quindi ci ritornerò spesso, perchè questa volta, il caro amico Chet lo ascoltiamo per bene.

Iniziamo dal primo cd del trombettista che ho comprato. Broken Wing, comprato almeno sette anni fa ad una cifra irrisoria da Feltrinelli.
Un cd che mi ricorda momenti bellissimi della mia adolescenza e momenti meno belli.
Ricordi, insomma, ancora ricordi.

Disco del 1978, registrato dieci anni prima della scomparsa, del salto giù dalla finestra del Prins Henrik Hotel di Amsterdam.

Lieve, evocativo, pulito e mai fastidioso.
Le storie su Baker sono davvero affascinanti, quelle che raccontano di droga, di vita bruciata, dei suoi denti rotti in una rissa, della sua ostinazione nel continuare a suonare nonostante tutto, fino a quel salto, alla targa che mi ha sempre ricordato Han Solo nella grafite. In passato ho provato un'attrazione quasi morbosa per quelle bellissime foto in bianco e nero che lo ritraggono con donne meravigliose. Nell'olimpo, con il suo carisma e con la sua musica, eccessi nel jazz e nella vita.

Prometto, prima a me stesso, che inizerò ad ascoltare la sua musica dal principio, non pensando a quelle vecchie fotografie e alla leggenda.

E mentre ascolto Broken Wing, cerco di cancellare anche i vecchi e brutti ricordi. Affidare a vecchi cd ricordi nuovi? Si può fare?


...non ho resistito.

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Chet Baker - Broken Wing (Phil Markowitz - piano, Jean-Francois Jenny-Clarke - bass and Jeff Brillinger - drums)

domenica 12 aprile 2009

Chi vuole la verità?

Quanta dolcezza e realtà in questi versi.
Se volete la verità, insomma, non dovete fare altro che chiedere, chiedervi, ed osservare.
Ascoltate, leggete, cantate, e se non siete riusciti ancora a darvi una risposta, terminata la lettura di queste dieci poesie, aprite un altro libro e continuate a cercare.

Che prima o poi un po' di verità ci viene concessa.


"Quando viene, verrà senza avvisare,
proprio mentre mi sto frugando il naso?
Busserà la mattina alla mia porta,
o là sul bus mi pesterà un piede?
Accadrà come quando cambia il tempo?
Sarà cortese o spiccio il suo saluto?
Darà una svolta a tutta la mia vita?
La verità, vi prego, sull'amore."

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La verità, vi prego, sull'amore - W.H. Auden, Adelphi


Tutti i figli di Dio danzano.

Questa raccolta di racconti ha sullo sfondo un terremoto. I terremoti sconvolgono, abbattono, distruggono. Si può solo provare a dare una mano, aiutare. Ma bisogna essere cauti nel raccontare, dignitosi nel parlarne. I terremoti sono pericolosi e dolorosi.

Dovrò leggere altro di Murakami Haruki prima di poter avere idee in merito, sul suo modo di raccontare e su ciò che racconta. Ma chi come me è affascinato dalla forma - racconto, nel mio caso proprio per l'incapacità di scrivere racconti brevi, non avrà difficoltà ad aggiungere il suo nome alla lista dei massimi esponenti di tale genere (mi sia concessa la banalizzazione).

Sul Venerdì di questa settimana trovate anche una bella intervista di Claudia Cucchiarato all'autore giapponese già divenuto mito.


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Murakami Haruki - Tutti i figli di Dio danzano, Einaudi

sabato 11 aprile 2009

Musica ed emergen(ze)ti.

Parlano i media. I giornalisti, i produttori, gli esperti.
Tranne qualche voce fuori dal coro che ho particolarmente apprezzato, molte interviste non fanno altro che confermare ciò che purtroppo penso.

Qualcosa che potrebbe essere incredibilmente serio, e che in molti paesi è considerato in questo modo, in Italia, resta ancora un gioco.

Un problema culturale? Voi che ne pensate?

Trovo che la raccolta di interviste sia stata comunque una grande e buona idea. Potete leggere tutto qui.

venerdì 10 aprile 2009

E' una vita che ti aspetto

Alle volte quel po' di puzza sotto il naso rischia di farci perdere un buon libro, della buona musica, una buona occasione per capire meglio noi stessi.

Questo libro non solo mi è piaciuto ma mi ha fatto anche sentire, ancora una volta, ed ancora più forte, l'amore che provo per la semplicità.

"[...]il tuo problema non è aver paura di morire, ma aver paura di vivere. [...] Ti ricordi quando mi hai chiesto se avevo le pastiglie per la felicità? La pastiglia è la vita. Vivi, buttati, apriti, ascoltati."




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Fabio Volo - E' una vita che ti aspetto, Mondadori

lunedì 6 aprile 2009

Scosse.

Quando dopo la scossa di ieri notte sono tornato a dormire, non credevo certo di ritrovarmi il giorno dopo un tale disastro davanti agli occhi.

Sono parole sprecate quelle per descrivere adesso un dolore così grande, sperando che la tv da sciacallaggio non stia per giorni a rovistare nel dolore.
Si pensi a salvare le vite ed aiutare chi ha bisogno, e si utilizzi il mezzo televisivo così come internet, per aiutare e portare conforto.

Dopo aver aiutato, si liberi anche "l'indagine" sulla questione Giuliani. E qualcuno ci spieghi come siano andate davvero le cose.

domenica 5 aprile 2009

Segnali dall'altra vita.

Leggere e rileggere chi ci mostra le altre strade, chi ci aiuta a sfondare i fondali di cartone. Chi ha capito che si può passare anche tutta una vita cercando di trovare un senso.

[...]
Ho tanta fede in me
e l'hai riaccesa tu senza volerlo
senza saperlo perché in ogni rottame
della vita di qui è un trabocchetto
di cui nulla sappiamo ed era forse
in attesa di noi spersi e incapaci
di dargli un senso.
[...]

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Da "Ho tanta fede in te..."- Altri Versi - Eugenio Montale


venerdì 3 aprile 2009

Decisioni.

E' ancora presto per raccontarvi di uno dei migliori esseri umani che abbia mai incontrato. E' la mia Maestra di solfeggio e teoria musicale. Oltre ad avere un dono particolare, cioè una capacità comunicativa che le permette di avere a che fare allo stesso modo con me, arrivato alla quasi veneranda età di ventitrè anni, ed un bambino di dieci anni, sa anche dispensare ottimi consigli.

Sarà per la sua religione (la SUA religione), ma dopo innumerevoli reincarnazioni lei ha raggiunto un tale grado di saggezza che le permette di esprimere un parere su tutto senza essere fuori luogo.

Al di là di ogni possibile commento, oggi mi ha fatto capire qualcosa di importante.
Di fronte alle mie titubanze, alla mia incapacità nel prendere un'importante decisione, alla paura di sbagliare, ha messo in evidenza un dato di fatto. E cioè che questa decisione, di fatto, non l'abbia ancora presa. E che le decisioni si prendono dopo aver accumulato esperienze, dopo aver vissuto, dopo essere usciti in strada ed aver imparato. E' così banale. E' così banale che io abbia pensato per tutti questi anni che le decisioni siano un punto dal quale, dopo aver cancellato tutto, si riparte da zero. Possibile che mai mi sia venuto in mente che le decisioni possono essere la fine di un lungo processo?

giovedì 2 aprile 2009

Fortapàsc

Quasi mi andava di uscire prima della fine del film. Per qualche istante ho creduto di non reggere al dispiacere.
Non che non conoscessi la vicenda di Giancarlo Siani. Al cinema, però diceva qualcuno, diventa tutto più reale.

Morire a ventisei anni perchè è così scontato prendersi la responsabilità di raccontare la verità. Il punto è che tale responsabilità non dovrebbe essere la morte.
Ancora oggi diamo per scontata una brutta fine per chi va contro la camorra ed il suo impero.

Il film è da vedere.

E non chiedetevi perchè a quest'ora io sia ancora sveglio.

mercoledì 1 aprile 2009

Rileggere.

Sono uno che facilmente abbocca agli scherzi. Sono un credulone, ingenuo alle volte. Ma la mia ingenuità deriva principalmente da quella convizione così difficilmente appresa da bambino, così utopica, che mantenendo un certo comportamento con il prossimo non ti venga fatto ciò che tu non faresti mai.

E' divertente che una delle cose più assurde e incredibili che possano succederti avvenga il primo di aprile. Uno scherzo che scherzo non è.

Lo so, come vi ho detto si tratta di utopie.
Quand'ero più piccolo guardandomi intorno percepivo la profonda importanza del caso nella mia vita. Incontri, fortunate o sfortunate coincidenze. Oggi mi sono accorto però di un altro aspetto, piacevole o spiacevole a seconda delle situazioni. L'ironia di cui è imbevuta la nostra storia personale. I nostri giorni gocciolano, macchiano e sporcano d'ironia tutto intorno.

(A fine serata si riesce almeno a percepire un qualche aspetto positivo).

Preso da malinconia ho riletto una cosa scritta un po' di tempo fa.
Un raccontino che parla di amicizia, amicizia vera.
Non lo ricopio tutto, perchè trovo che sia abbastanza noioso. Ma la fine resta un bel ricordo.

"Luca e Giovanni entrano nel bar. Si perdono nella folla colorata. Io e Je attraversiamo la strada e ci arrampichiamo sulla scogliera. Il mare d’inchiostro sembra morto. Je vede le sirene, io no.
-Le vedi le sirene?-
-No- dico
So che sono lì, ma non sono pronto a vederle.
Poi arrivano i saluti. Non so se sono pronto. Ma le partenze, nei lunghi viaggi, non considerano mai la preparazione come un dato di fatto. La partenza resta sempre partenza, che tu sia pronto o no.

...in cui ci si perde.

Seguimmo certe rotte in diagonale
dentro la Via Lattea
."