E' ancora presto per raccontarvi di uno dei migliori esseri umani che abbia mai incontrato. E' la mia Maestra di solfeggio e teoria musicale. Oltre ad avere un dono particolare, cioè una capacità comunicativa che le permette di avere a che fare allo stesso modo con me, arrivato alla quasi veneranda età di ventitrè anni, ed un bambino di dieci anni, sa anche dispensare ottimi consigli.
Sarà per la sua religione (la SUA religione), ma dopo innumerevoli reincarnazioni lei ha raggiunto un tale grado di saggezza che le permette di esprimere un parere su tutto senza essere fuori luogo.
Al di là di ogni possibile commento, oggi mi ha fatto capire qualcosa di importante.
Di fronte alle mie titubanze, alla mia incapacità nel prendere un'importante decisione, alla paura di sbagliare, ha messo in evidenza un dato di fatto. E cioè che questa decisione, di fatto, non l'abbia ancora presa. E che le decisioni si prendono dopo aver accumulato esperienze, dopo aver vissuto, dopo essere usciti in strada ed aver imparato. E' così banale. E' così banale che io abbia pensato per tutti questi anni che le decisioni siano un punto dal quale, dopo aver cancellato tutto, si riparte da zero. Possibile che mai mi sia venuto in mente che le decisioni possono essere la fine di un lungo processo?
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