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mercoledì 5 maggio 2010

Massimo! Massimo! Massimo il misericordioso!

Ieri sera D’Alema (cui di solito mi riferisco con i più consoni “Massimo” o “il Capo”, perché sia chiaro come la penso) ha perso le staffe con Sallusti, persona che trasuda una spregevolezza più profonda degli schieramenti eventuali di ciascuno. Non voglio nemmeno entrare nello specifico della questione in sé, perché non me ne frega niente e non voglio alimentare il ciarpame con ulteriore ciarpa. Mi limito a dire che il contesto di Ballarò è ancora oggi foriero di trappole e inganni, se non si sta attenti.

Il garbo del conduttore fa passare un’arena sanguinaria per sala da tè. La simpaticissima Polverini (vieni vieni con me/shomi shomi de uè) è Presidente della Regione, gestisce i soldi della sanità del Lazio, e lo fa per la verve dimostrata in quel contesto, non per altro. Non dico che sia colpa di Floris, anzi: è un pregio del programma, dal loro punto di vista. Però è così. Sallusti apre bocca, introdotto dal cortese Floris, e uno deve avere la lucidità per ricordare che lo scorpione punge sempre la rana, Nosferatu morde al collo appena può, e a farsi fottere lo devi mandare subito, d’ufficio, prima di incazzarti sui suoi populismi pusillanimi. Se no poi non passa che Sallusti ha detto una minchiata, ma che D’Alema ha fatto gli occhi del Villaggio dei Dannati.

Sono d'accordo con Bordone.

1 commento:

  1. Ehi,anche in questo caso condivido in toto, e su D'Alema la pensiamo uguale. Sono dalemiana fino all'osso, quel baffo malefico mi ha sempre intrigato, è senza dubbio il miglior politico che abbiamo. Le mie perplessità, però, sono più generali: se i migliori che abbiamo (e mi riferisco anche a Fini per l'altro schieramento), hanno fatto nel tempo errori politici madornali pagandone in prima persona le conseguenze...che speranze ha il nostro Paese? Sia ben chiaro, non mi spaventano certo gli errori, errare è umano e poi c'è sempre modo di rimediare, a spaventarmi sono le velenose conseguenze di certe scelte politiche, conseguenze che non perdonano e che rendono difficile qualsiasi rimedio.

    Mag

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