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lunedì 24 maggio 2010

Ho comprato una macchina fotografica - Il palco


Non che me lo chiedano così tanto per le mie qualità di (ex) musicista, ed in realtà non me lo chiedono neanche così tanto, ma la risposta solita alla domanda Ma davvero non suoni più? è, almeno la maggior delle volte, sto facendo altro.

Ieri sera però, per la prima volta, mi è venuta un po' di malinconia. Perché? Cioè, di cosa? vi chiederete. Ed in effetti, l'ultima cosa che volevo, era sedermi davanti al computer e tirare fuori uno di quei post pieni di costruzioni fatte di pura dietrologia manco avessi fatto il direttore d'orchestra per trent'anni. Quindi ci provo, a non essere borioso o chissà cos'altro.

I palchi si somigliano tutti. E' solo quello che c'è intorno che cambia. Certo, qualcuno è più grande e qualcuno meno illuminato (o illuminato peggio), qualcuno è più stretto e qualcuno più lungo, sicuramente qualcuno sarà più morbido sotto i piedi e qualcuno meno comodo.
Parlo ovviamente dei palchi su cui si suona, non sono un grande esperto di teatro.
I palchi spaventano solo un attimo prima di salirci sopra. Nessun palco è inospitale, nessun palco ha i demoni appesi sulle transenne delle luci. Ve lo dice uno che si è fatto letteralmente divorare dall'ansia, prima di salire quelle due o tre scalette che portano a stare un metro e mezzo sopra la gente. I palchi, ed è in questo che tutti i palchi si somigliano, ti permettono di vivere lontani da qualsiasi tempo e da qualsiasi spazio.
E lì sopra spesso succede qualcosa tra le persone che suonano insieme. Dura esattamente quanto dura l'esibizione, non un attimo di più. Un momento c'è ed il momento dopo non c'è più. Dopo si parla, si discute, si contano gli errori ed i momenti esaltanti, ma si è consumato tutto, tutto quello che si poteva consumare, lassù.
Questo mi manca, quell'ultimo passo che ti porta sopra, lo sguardo lanciato al buio squarciato dai fari bianchi, l'ultimo passo che annuncia l'arrivo di quattro o cinque o sei o sette persone in un posto lontano dallo spazio e dal tempo, per mezz'ora, forse un'ora o due.

(La foto è stata scattata durante la manifestazione YouThink alla Città della Scienza, poco prima che I Revenaz Quartet salissero sul palco)




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