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domenica 17 gennaio 2010

Una storia personale

Lo so, lo so.
Quando scrivo delle mie vicende personali sono noioso.
Ma questa dovete leggerla.

Quand'ero piccolo, alle elementari, avevo un migliore amico.
Se scrivo migliore amico è perché per anni - davvero non sto scherzando - anche i più grandi amici incontrati al liceo, all'università, nell'ambiente musicale, hanno dovuto lottare per reggere il confronto con quell'amicizia.
Andavamo al cinema insieme, facevamo le vacanze insieme, dormivo da lui, lui dormiva da me, leggevamo libri insieme, nei viaggi con la scuola (si, ho fatto una scuola particolare, che ho difeso tra l'altro in una lettera su Repubblica dopo alcuni problemi) dividevamo sempre la stanza d'albergo, giocavamo con le prime consolle distribuite, facevamo gli stessi sport, ci siamo divisi qualche fidanzatina ecc ecc.

Dopo dodici anni, nel settembre del 2008 (ed anche di questo ho già scritto), ci siamo rincontrati. Oggi abbiamo giocato insieme a pallone.
Una vera partita di calciotto in piena regola.

Quand'era piccolo odiava il calcio.
Con noi noi giocava mai.
Adesso non è fissato con il calcio, ma di più.
E ha anche un piede discreto, se proprio vogliamo dirla tutta.

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