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mercoledì 6 gennaio 2010

Il paese delle prugne verdi

Ho sempre provato ad immaginare cosa significasse vivere sotto dittatura.
Fortunatamente, per quanto molti non siano d'accordo, non l'ho mai provato sulla mia pelle.
Molti sono i racconti ed i romanzi sull'argomento, qualcuno l'ho anche letto.

Ma la frase "e sulle biciclette verso casa, la vita ci sfiorò, ma il re del mondo ci tiene prigioniero il cuore" tratta da Il re del mondo di Franco Battiato, mi ha sempre dato l'idea che vivere sotto dittatura possa voler dire proprio questo.
Essere sfiorati dalla vita, per qualche attimo, ma essere costantemente prigionieri.
So che il brano di Battiato non tratta di questo, ma di Sufismo, di filosofia e di libero arbitrio.
Ma per anni ho percepito la stessa ansia di chi diviene prigioniero della propria terra grazie a questa canzone. E qualcuno che ha vissuto sotto dittatura, mi ha confermato questa terribile sensazione.

Il paese delle prugne verdi di Herta Muller comunica tutto questo.
Nella Romania degli anni '80 quattro amici vivono la dittatura, il terrore degli interrogatori, la perdita del lavoro, le minacce di morte. E la fuga, per alcuni vera sconfitta, è l'ultimo atto della propria vita.
Il dittatore, il re del mondo per i quattro ragazzi è Nicolae Ceauşescu.
Sopravvive l'amicizia, i giochi, la volontà di vivere di libertà. Resiste la poesia.

"Le lettere coi capelli non erano servite ad altro che a leggere la propria paura nella grafia dell'altro. Ognuno doveva farsi una ragione delle lappole, delle averle, dei bevitori di sangue e delle macchine idrauliche, tenere gli occhi ben aperti e contemporaneamante chiuderli.
Quando perdemmo il lavoro, ci accorgemmo che vivere senza questa sofferenza sicura era peggio che vivere sotto la sua costrizione."

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Herta Muller - Il paese delle prugne verdi
Franco Battiato - Il re del mondo

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