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domenica 1 novembre 2009

Un saluto alla Merini.


Ci sono le solite ovvietà da scrivere, da dire, da raccontare.
Questa volta le evitiamo. La verità è che Alda Merini nonostante la sua grandezza ha sempre vissuto una vita ricca solo di poesia, pensieri meravigliosi ed intuizioni fuori dal comune.

In una poesia scritta qualche anno fa, proprio dopo aver visto le immagini della povertà in cui viveva Alda Merini (era il periodo in cui chiedeva che le si riallacciasse il gas a casa), mi chiedevo se l'amore per le parole potesse portare anche me a vivere in quello stato. O se fosse proprio quell'amore, per le parole e per la poesia, a tenerla ancora viva.
Ho scritto di quanto scrivere mi facesse sentire pieno, che ho provato a dedicarmi ad altro, ma quando mi pento e provo a staccare la penna dal foglio non ci riesco.
Ho scritto che la notte rigrazio la voce di parenti che non hanno il mio stesso sangue, che sento come zii, fratelli maggiori, bisnonni, che mi parlano tramite fogli e fogli, vecchi, freschi stampa o impolverati.

Mi aveva colpito l'immagine di questa grande poetessa che vive solo della grandezza della parola. Come una parente, come una nonna, l'ho sentita legata a me e a tutti quelli che si pentono e provano a staccare la penna dal foglio. E che però mai ci riescono.

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