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martedì 24 novembre 2009

si Parigi tenesse lu mer...II

Leggete il post precedente.
Poi immaginate come ogni tappa di quell'elenco posso andare a finire male.
Alle nove ero all'appello, ma l'esame, scopro dall'ennesimo cartello affisso (la mia è un'università ANCORA molto analogica, e sfido gli amanti del vintage a trovare in questo un qualche aspetto positivo), è spostato inesorabilmente al giorno 30. Proprio il giorno in cui inizio a lavorare.
Ma non demordo, e tra l'altro essendo le nove del mattino ho pensato che con un volo da prendere, la felicità del viaggio, incontrarla come in un film in un aereporto internazionale, fosse solo un piccolo incidente di perorso, una deviazione normale in una giornata diretta verso la felicità.
Ed invece no.
Torno a casa, sudato, molto sudato. Considerate che alle 9:00 ero a Via Marina ed alle 9:40 ero già nuovamente a casa. Cerco di riposare un'oretta.
Vado da Fernanda, prendo la valigia in sua custodia e scopro che non mi accompagnerà con Corrado allaereoporto, ma che ci penserà Giulio. Però mi ha preparato dei biscotti. (Nota positiva della giornata)
Arriviamo in orario a Capodichino. Aspettiamo un'oretta per il check in.
Dopo aver già messo la valigia sul rullo trasportatore sento l'addetto Easy Jet pronunciare queste parole:
- La sua carta d'identità è scaduta -.
Un flashback mi porta a qualche mese fa, quando con modesta gioia scoprivo di non dover rinnovare la carta d'identità poichè una legge aveva esteso la sua validità per altri dieci anni.
Ed un addetto del comune aveva detto che non c'era bisogno di timbri ne niente.
Ecco l'intoppo.
Censuro la mia reazione, che ammetto, è stata abbastanza dura.
A nulla serve correre fino al comune di Fuorigrotta per provare a rinnovare immediatamente la carta. Tutto, tutto, tutto inutile.
Come finisce questa storia?
Con Giulio, la cui figura si staglia alta ed imponente contro il cielo azzurro, pronto a bruciare con un accendino la nuova prenotazione per prendere l'aereo di domani.
E con una foto. Se aguzzate la vista potete vederlo. Quel puntino è l'aereo che parte senza di me.


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