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lunedì 26 luglio 2010

Dove sono stato


Sono stato per tre giorni a Civitella Alfedena, ospitato da un caro amico.
Civitella Alfedena è un piccolo paesino di pietra in Abruzzo, nel parco nazionale.
Ho scritto già di questo posto, non qui, ma su fogli che poi sono stati stracciati - almeno quelli di carta - e non so se qualcuno avrà mai il piacere/dispiacere/ o la fortuna/sfortuna di leggere quello che ho scritto. Chi lo sa.


Il caso ha voluto che io e questo caro amico condividessimo questo luogo.
Lui ha una casa lì, io ci sono andato per anni con i miei genitori. Ma non ci siamo mai incontrati, o forse si e non ce lo ricordiamo. In ogni caso, a Civitella non mi sento ospite. La sensazione è molto vicina al sentirsi a casa. Ma nelle pagine che ho stracciato non scrivevo di questo.

Vivo in città tutto l'anno.
Quando sono in un luogo del genere dimentico lo stress dell'asfalto. Svanisce ogni pressione. Il corpo e la mente si abituano immediatamente ai nuovi ritmi, perché in luoghi del genere si ritorna ad essere naturali. No, non è retorica ambientalista. A me le città piacciono, ma c'è un dato chiaro e limpido, un dato che non si può trascurare, un'evidenza che salta immediatamente agli occhi. Io per un anno intero non so cosa voglia dire dormire nel silenzio. C'è sempre un'auto, un motorino, qualcuno che urla, uno stereo che spara nella strada le voci di improbabili pop star. Ecco, questi sono fatti.
A Civitella Alfedena la notte ti può capitare di sentire qualche sasso che cade o il vento che accarezza le case di pietra. E magari - lo dimostra la foto qui sotto - volti un angolo e ti imbatti nella natura, viva, così immediatamente percepibile.


(La foto notturna è opera di Alessandro Germanò e Corrado Parisi)

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