ATTENZIONE

QUESTO BLOG È UN ARCHIVIO CHE RACCOGLIE I POST ANTERIORI AL 2014. IL NUOVO BLOG LO TROVATE QUI.

venerdì 2 luglio 2010

Complicarsi la vita

Questo sarà uno degli ultimi post sul calcio fino all'inizio del campionato.
Sempre che Diego non vinca questa coppa del mondo e, quindi, non esiga una di quelle belle e lunghe lettere che mi piace tanto scrivere.
A giorni poi comincia il Tour De France...quindi potete tranquillamente immaginare da cosa sarà rapita la mia concentrazione.

Ho visto Kill The Referee. E' un documentario sul lavoro che fanno gli arbitri di calcio. Non vi voglio dire molto, voglio solo che lo vediate.
Voglio che lo vediate e poi lo mettiate insieme a quanto abbiamo visto durate questo mondiale. Poi mi contattate e mi dite se siete d'accordo con le mie considerazioni:

L'impressione attuale è che quando si gioca una partita le squadre in campo sono tre, non due. La terza è la quadra degli arbitri, che comprende i guardalinee ed il quarto uomo.
Ma gli arbitri non dovebbero essere un sistema di controllo? I sitemi di controllo servono a far andare liscio l'evento che controllano, non a condizionarlo.
Non esiste un altro sport come il calcio in cui un arbitro abbia così tanto potere di modificare le sorti di una partita. Non ho mai visto un arbitro di Tennis essere così tanto protagonista da sembrare un terzo giocatore in campo. Stessa cosa nella Pallavolo, nel Basket, addirittura nell'Hockey dove si danno una caterva di mazzate.

Questo accade perché il calcio rifiuta qualsiasi tipo di tecnologia. E rifiutando qualsiasi tipo di tecnologia finisce per far diventare Rosetti più importante di Tevez e di Messi.
Basta uno schermo da 20'' a bordo campo. Non serve altro.
E' così sciocco non accorgersi che quando c'è bisogno di un controllore per il controllore c'è qualcosa che non va.

Nessun commento:

Posta un commento