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lunedì 28 dicembre 2009

Meglio tardi che mai.

Perché no è l’ultimo libro di Cristina Zagaria, giornalista della Repubblica e scrittrice. E’ il suo quarto libro, dopo i successi di Miserere, Processo all’università e L’osso di dio.
Non è napoletana, ma lo è d’adozione. Napoli è una seconda casa per lei, un luogo che fa parte del suo presente. E’ il luogo in cui scava ogni giorno per trovare motivazioni alle storie che racconta, spiegazioni a ciò che accade. Napoli è per lei un genitore adottivo, di certo non il più sereno e pacato. Perché no, nella sua semplicità, è un lavoro che tradisce questa dipendenza, che tradisce lo sconforto e la delusione che si prova verso un genitore che commette sempre gli stessi errori. Errori non giustificabili, addirittura non spiegabili.

Quali sono le motivazioni che spingono i giovani protagonisti del romanzo a compiere la loro prima rapina? Perché commettono un atto così violento contro una persona, la loro maestra Adriana, che ha provato ad aiutarli, che ha provato a farli crescere, ad instradarli verso un’altra direzione?
Il racconto si muove tagliente tra le motivazioni e le storie dei piccoli e grandi personaggi della nostra città. La voglia di crescere, di sentirsi accettati. La volontà di rivalsa, il bisogno di scegliere il proprio futuro. E come fare a non cedere all’invito di chi si sente già uomo, di chi ha già capito la vita? Come fare a capire che accettare un simile invito non è dimostrazione di coraggio, ma debolezza, profonda insicurezza?
E’ così radicato questo malessere, questa via di fuga, e l’uscita d’emergenza della criminalità così mitizzata tra i piccoli-grandi ragazzi che popolano le nostre strade, che è troppo difficile ipotizzare una soluzione.

E la scuola?
Adriana veste i panni della forza delle maestre, che seminano educazione per una vita intera, che provano a coltivare giorno dopo giorno una generazione che con più coraggio possa dare una risposta diversa all’invito. Ma anche in questo caso, il genitore Napoli non aiuta. Adriana è dignitosamente ferma sui punti saldi della sua vita, arranca con pochi spiccioli, deve mantenere la sua lucidità tra mille problemi economici.
E Cristina Zagaria ci parla attraverso le centinaia di voci dei quartieri, ci indica luoghi precisi, ci fa annusare gli odori, quelli meravigliosi e quelli che si tramutano in disgustosi fetori, quelli delle case umide, le cucine invase dal fumo delle sigarette e dei sigari.
E ci mostra chi sogna, come la piccola Lucia, di imparare l’inglese per andare via, e di camminare in città con porticati dove la pioggia non riesce a bagnare le persone.

Non ci sono risposte e non ci sono soluzioni.
Credo che Perché no sia un lavoro prezioso. Trasformare la cronaca in racconto, lavoro che Cristina Zagaria compie ogni giorno, può aiutarci a capire quanto sia spietato questo nostro genitore. Abbiamo bisogno che fatti di cronaca come questo - la vicenda è ispirata appunto ad un fatto realmente accaduto - ci vengano mostrati con più sfumature, con più voci e colori.
Ed abbiamo bisogno di libri che continuino a far crescere in noi la forza di rispondere con un secco e sonoro No, eliminando ogni perché.

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Cristina Zagaria - Perchè No, Perdisa editore

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