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lunedì 14 dicembre 2009

Liste.

Ieri da Fazio Umberto Eco ha parlato di Liste.

Stamattina ne compilo una anche io.
Dopo il volto tumefatto di Berlusconi ci sono le persone che:

1) Sono eccitate da quanto è successo.
2) Condannano il gesto, ma sotto sotto esultano.
3) Esultano.
4) In un primo momento hanno esultato, poi si sono ricordate della loro parte migliore.
5) Pensano sia il gesto di un folle.
6) Attribuiscono le colpe di quanto è successo al clima d'odio che si respira nel nostro paese.
7) Hanno considerato l'atto di Tartaglia come non ben riuscito.
8) Condannano il gesto.
9) Condannano chi condanna.
10) Giustificano il gesto.
11) Pensano che questa cosa si ritorcerà contro chi vuole Berlusconi processato.

Mi piacerebbe riportare un esempio. L'ho già citato in commenti a qualche post di blogger che seguo. Anni fa, quando ero rappresentante d'istituto nella mia scuola superiore, mi trovai a dover fare i conti con un un'intera classe di miei coetanei che aveva letteralmente distrutto un albergo durante un viaggio d'istruzione. Completamente.
Avevano sparato con pistole caricate a piombini contro le porte, avevano lanciato dal quarto piano tavoli e sedie nella piscina al piano terra, avevano aperto estintori e aperto grandi fori nei muri. Giustificarono la loro azione dicendo che il servizio non li aveva soddisfatti.

Ho letto stamattina, su molti profili di facebook, su molti profili twitter, su blog e pagine personali, che dopo tutto quello che Berlusconi ha fatto, una statuetta in faccia è il minimo che possa capitargli. Considerando il fatto che queste stesse persone considerano Berlusconi un criminale, il vero atto che potrebbe essere giustificato è il rapimento di quest'ultimo da parte di una Task Force, che lo prende, lo ammanetta e lo mette in galera e soprattutto sotto l'obbligo di processo. Questo potrebbe essere un motivo per cui gioire, non una statuetta in faccia.
Se il servizio non ti piace, tu non distruggi un albergo. Scrivi una lettera di reclamo, e oltre a confidare nel fatto che queste lettere di reclamo possano effettivamente portare ad un risultato, lavori anche perchè in un futuro possano portare a risultati più grandi.
A me spaventa la violenza. L'ho già scritto in passato.
Mi spaventa la violenza degli slogan nelle manifestazioni, negli striscioni. Mi spaventa il sangue freddo di chi comanda l'aggressione contro un corteo, chi inneggia alla guerra civile e al ritorno di un'era in cui la politica era violenza.

Nella lista io sono il numero 11.
Ed anche il numero 12, chi spera che sia solo il gesto di un folle.

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