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lunedì 1 novembre 2010

Libri da comprare


Ho già scritto di Zadie Smith, subito dopo aver letto Denti bianchi.
Nutrivo qualche dubbio* sul libro, soprattutto dopo aver letto alcune recensioni. Credevo che dopo aver scritto un paio di libri importanti, la Smith provasse a tappare un buco nella propria carriera con un mastodontico volume saggistico.
Ma non è così. Non l'ho ancora letto tutto - per un commento completo ne riparliamo tra qualche giorno o settimana, considerando la quantità di libri che aspetta sulla scrivania - ma i primi capitoli sono molto interessanti.

Nel primo capitolo Sentirsi del mestiere, scrive del suo rapporto con l'atto della scrittura, del suo metodo di lavoro, ed esprime qualche parere sulla categoria. Sono d'accordo con alcune sue scelte, sempre che di scelte si possa parlare:

Certi scrittori non leggono niente di nessun romanzo finché sono impegnati a scrivere il proprio. Nemmeno una parola. Non vogliono vedere neanche la copertina di un romanzo. Mentre scrivono, il mondo della letteratura muore: nessuno ha mai scritto, nessuno sta scrivendo, nessuno scriverà più. [...]
La scrivania su cui lavoro è ingombra di romanzi aperti. Leggo qualche riga per immergermi in una certa sensibilità, per azzeccare una particolare nota, per darmi del rigore quando sto cadendo nel sentimentalismo, per ottenere un minimo di scioltezza liguistica quando sono sintatticamente troppo ingessata.


Molto interessante anche Il dono delle lingue. Intimo, in un modo difficile da spiegare Natale a casa Smith.

Il secondo consiglio è The Paris Review (interviste) volume II edito da Fandango libri. Per chi volesse informazioni sul primo volume questo è il link ai precedenti post.


Dopo averlo sfogliato (non con superficialità) sono convinto che sia addirittura migliore del primo volume. Una bella raccolta. Leggendo le interviste a Graham Green, Faulkner, Marquez, Munro, Baldwin, potete scoprire dettagli interessanti, che siate o meno studiosi di letteratura.
Se invece siete scrittori, costantemente in conflitto con ciò che scrivete e con la strada che avete scelto, potete trovare conforto e, soprattutto, sentirvi meno soli. Sempre che non siate così superbi da considerarvi migliori di loro, o così a terra da sentirvi troppo inferiori. Certo però, leggendo la prefazione di Orhan Pamuk sembra che gli scrittori si somiglino tutti. Non vi nascondo che questa cosa mi regala un pizzico di serenità.

Rileggere queste interviste dopo così tanti anni - e dopo essere apparso io stesso nelle pagine della rivista - vuol dire richiamare alla memoria le speranze e le inquietudini dei miei primi giorni da scrittore. Trent'anni dopo, le leggo con lo stesso entusiasmo, e so di non essermi sbagliato in alcun modo: queste interviste mi parlano delle gioie e dei dispiaceri della letteratura in maniera più forte che mai.

-.-.-.-.-.-

Zadie Smith - Cambiare idea, Minimum Fax
The Paris Review (interviste) Volume II - Fandango Libri

*
A rendermi dubbioso anche il prezzo. Fortunatamente qualcuno, tagliando la testa al toro, me l'ha regalato.

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