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venerdì 25 giugno 2010

Bizarra in radio

Nel 1996 ho calcato per la prima volta un palco teatrale.
Interpretavo un addetto alla burocrazia nella Lisistrata di Aristofane.
Ero alle scuole elementari. (La storia della mia scuola elementare e di quanto fosse straordinaria già la conoscete).

Qualche anno dopo, nel 1999 ho intepretato Lisandro in Sogno di una notte di mezza estate. Nel 2000 addirittura Ulisse. Un Ulisse con dei capelli che potrei definire irrispettosi e in nessun altro modo. Ero alle scuole medie.

Ho capito presto che il teatro non andava bene per me e che io non andavo bene per il teatro.
Nell'arte non è che ci si può incontrare a metà strada. Facciamo un esempio: immaginiamo che il Teatro (ognuno immagini il Teatro con le sembianze che preferisce) ed io ci fossimo incontrati a Teano, così giusto per dirne una a caso, e sia cominciata una trattazione vera e propria con le Montblanc dorate e le valigette di pelle posate sul tavolo.

Io: Allora Teatro, a me piacerebbe pure continuare a farlo nella vita, ma tu devi eliminare i copioni imparati a memoria, le prove senza sosta, e soprattutto il pubblico. Il rapporto con il pubblico proprio non riesco a buttarlo giù.

Teatro: Suvvia, posso mai cancellare millenni di storia per te? Siamo sicuri che tu non possa rinunciare a qualche richiesta? Insomma, la faccenda del pubblico è pesante.

Credo, quindi, nonostante la storica intepretazione legato ad un palo mentre delle tredicenni cercavano di essere fatalmente attraenti travestite da sirene, che la decisione di non recitare più sia stata una scelta azzeccata. Nel corso degli anni ho letto qualche testo, sono andato a teatro vergognosamente poco, e sono diventato ciò che più si allontana dalla definizione di critico teatrale. Per tutti questi motivi, quando mi hanno detto che avremmo intervistato tre attori professionisti su Radio VentiDieci, un po' mi sono preoccupato. Meno male che c'è Fabrizio Schirru che ne capisce - ho pensato - che quello fa i Musical, mica robetta così.

E nello studio di Radio VentiDieci, sono poi arrivati Andrea Contaldo e Serenella Tarsitano. Due attori di Bizarra, la teatronovela che fino al 27 sarà in scena al teatro Sannazzaro. Prima che dei grandi professionisti e simpaticissimi ospiti, si sono dimostrati anche molto cortesi e gentili, accettando di farsi intervistare da un ignorantissimo come me e da uno meno ignorante come Fabrizio, entrambi colpevoli di non aver visto neppure una puntata del loro spettacolo.
E tra le altre cose Bizarra è uno spettacolo che da subito ha riscosso successo. Ne avevo letto in giro, anche sul Blog di Cristina Zagaria.

Andrea e Serenella, a giudicare da quanto lavorano e da ciò che hanno fatto in passato, sono due professionisti. (E la puntata di Bizarra che siamo andati a vedere il giorno dopo non ha fatto altro che confermarlo). Ma mai si sono mostrati durante l'intervista minimamente altezzosi o presuntuosi. Io qualche intervista l'ho fatta, anche se poche data la mia breve carriera, ma so che basta mettere un microfono davanti a chiunque per ottenerne la tasformazione in Snobtron, l'essere mitologico del nostro tempo, per metà uomo e per metà superbia.
E mi ha colpito non solo la loro capacità di essere naturali e divertenti ma soprattutto la passione con cui hanno parlato del loro lavoro. E già direte voi, è il loro lavoro, come potrebbero non parlarne con passione? Magari non sarò un esperto di teatro, ma so giudicare lo sguardo annoiato di una star che parla del suo lavoro ospite in qualche famoso talk show pomeridiano:

Sai, questa fiction mi è costata molta fatica. Riuscire ad entrare nei panni di un vero eroe italiano, le attese, le ore per calarsi nel personaggio.
E bla bla bla.

Ne hanno parlato come se ogni fatica, ogni tipo di situazione stressante sia ripagata da un piacere milioni di volte più grande. Ed è un piacere puro, che non dipende da quante ospitate fai nei Talk Show o da quante interviste rilasci. Forse bisognerebbe dedicare più tempo a chi, con quel luccichio negli occhi, dimostri quanto ami ogni prova, ogni momento in gruppo, ogni messa in scena.


Ci sono stati momenti molto divertenti. Marco Mario de Notaris (fate un giro su google e guardate quanto materiale c'è su di lui) che inizialmente doveva essere fisicamente presente, è stato invitato a collegarsi in trasmissione tramite Skype. E' stato divertente, perché abbiamo fatto in modo che fosse effettivamente lì, con la sua testa, sul tavolo. Proprio la stessa fine che fa il suo personaggio Gustavo Velez.
Il tutto è stato commentato dalla musica dal vivo di Roberto Porzio.


Il giorno dopo siamo andati a vedere una puntata. Abbiamo riso tanto. Fin dall'inizio, quando Marco Mario de Notaris è entrato in scena riassumendo tutto quello che era successo nelle puntate precedenti. E vi assicuro che c'erano un bel po' di cose da dire. Abbiamo avuto la fortuna di veder recitare tutti e tre i nostri ospiti (sebbene Andrea e Marco Mario non intepretassero il loro ruolo principale). Colgo l'occasione per fare i complimenti a tutti e tre. Bizarra è un esperimento interessante. Anche se non sono un critico capisco quanto sia innovativo, e quando scrivo innovativo intendo davvero innovativo, non fresco o leggero.
E li ringrazio soprattutto, per aver permesso alla nostra piccola realtà di fare un passo avanti.
Sperando che non sembri troppo una frase da sbarco sulla luna.

Non vi anticipo altro. Ascoltate il podcast della puntata qui.

2 commenti:

  1. W Bizarra e W Alessio!
    Ely

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  2. Eh, mi spiace essermelo perso del tutto. Ma un grazie per la capacità di sopportarci ai nostri tre ospiti. E, cacchio, belle foto!
    Fab

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