ATTENZIONE

QUESTO BLOG È UN ARCHIVIO CHE RACCOGLIE I POST ANTERIORI AL 2014. IL NUOVO BLOG LO TROVATE QUI.

sabato 26 giugno 2010

Tennis, tv, trigonometria, tornado



Prima di leggere anche La scopa del sistema ed Infinite Jest, mi fermo un po'.
Ho da scrivere (finalmente!) la tesi per bene.
Comincio però Underworld, e magari anche qualcos'altro di DeLillo, così arrivo all'appuntamento con Infinite Jest bello carico carico. E magari non mi laureo più.

Tennis, Tv, trigonometria, tornado edito dalla Minimum Fax è pieno zeppo di questioni interessanti trattate con quell'ironia che Wallace usa nel modo giusto. Fare un riassunto di quanto sia scritto nei testi, bellissimo quello sul rapporto tra scrittori americani e la televisione, delirante ma meno inenso quello sulla fiera agricola, spettacolare quello sul tennista Michael Joyce, impegnativo quello su Lynch, è praticamente impossibile.

Vi regalo qualche piccolo estratto.

Ciò è dovuto al fatto che l'ironia, per quanto divertente, svolge una funzione quasi esclusivamente negativa. E' critica e distruttiva, fa tabula rasa. Questo di sicuro è il modo in cui la vedevano i nostri padri postmoderni. Ma l'ironia è particolarmente inefficace, quando si tratta di costruire qualcosa che prenda il posto delle ipocrisie che ha demolito. [...] Che devi fare quando la rivolta postmoderna diventa un'istituzione della cultura pop? Perché questo chiaramente è il secondo motivo per cui l'ironia e la rivolta dell'avanguardia sono diventate annacquate e nocive. Sono state assorbite, svuotate, e reimpiegate dallo stesso establishment televisivo al quale si erano originariamente opposte.

40. A parte la questione del sesso e delle droghe, gli atleti professionisti sono per molti versi i santi della nostra civiltà: si dedicano completamente a uno scopo, sopportano grandi privazioni e sofferenze per realizzarsi in esso, e godono di uno stretto rapporto con la perfezione, che noi ammiriamo e premiamo (la ciotola per l'elemosina del monaco, il contratto a nove zeri del mago del baseball), e che amiamo guardare anche se non abbiamo la minima intenzione di seguirne le orme in prima persona. In altre parole loro lo fanno per noi, si sacrificano per la nostra (immaginiamo) redenzione.

Nessun commento:

Posta un commento