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sabato 23 maggio 2009

Ti racconto il dieci maggio

Quando segna il Napoli, io che solitamente parlo sempre a voce bassa, caccio dalla gola un solo urlo. Uno solo, lungo, che graffia la gola, accompagnato da invocazioni ai santi e alla santa vergine. Non c'è blasfemia, anzi, è una chiara dimostrazione di quanto in momenti di bisogno io ricerchi il divino. Insomma, è sempre un'emozione fortissima.

In questi due anni sono stati tanti i goal davvero emozionanti.
Hamsik che segna da fuoriclasse al San Paolo contro la Sampdoria, quel colpo di testa beffardo al Palermo. Quel pallonnetto all'Inter di Zalayeta e l'anno dopo una botta di esterno sempre nella porta di Julio Caesar. Il 2 a 0 alla Fiorentina con doppietta di Lavezzi, i goal di Maggio, Gargano che sembra Messi nell'area della Juve. Domizzi che spiazza due volte Buffon nella stessa partita segnando due rigori rubati.

Sono certo che quel dieci maggio raccontato da de Giovanni non mi avrebbe lasciato vivo. O forse si. Di sicuro ne porterei ancora i segni addosso. Esattamente come lui.
La vittoria dei mondiali è stata una felicità esplosiva. Ma la vittoria di uno scudetto non riesco neanche ad immaginarla. E de Giovanni è bravo a raccontarla. Perchè tante volte, quando ho provato a scrivere della passione sportiva, dell'amore per il Napoli, mi sono trovato senza parole. Come se l'amore che lega il tifoso alla propria squadra non possa essere espresso descrivendo i sentimenti. Può essere compresa da chi legge solo se chi scrive è bravo a raccontare ciò che è successo, incredibilmente, ironicamente, ma realmente, quel giorno che un'intera città ha gioito come non mai.

"Ma la macchinetta per festeggiare l'avevamo costruita, e pure se non c'era la targa e nemmeno il libretto di circolazione, nè, dottò, ma chi ci doveva fermare, se le cose andavano come dovevano andare? E perciò dalla mattina ci mettemo a piazzale Tecchio, verso la stazione dei Campi Flegrei, con la macchina puntata verso la galleria, pronta a partire: della radio non c'era bisogno, se le cose andavano bene lo sentivano pure i santi in cielo. Ce lo dicevano quelli che stavano dentro, beati loro."

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Maurizio de Giovanni - Ti racconto il dieci maggio, Edizioni Cento Autori

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