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mercoledì 27 aprile 2011

Ma sotto viale Augusto, che ce sta?

Questo sarà un post un po' confuso.

Mi piace camminare su viale Augusto. Mi piace il mio quartiere, ogni anno che passa un po' di più, si, anche con l'immondizia, mi piace il mio quartiere. Probabilmente mi piacerebbe anche se fosse in uno stato peggiore, perché è il mio quartiere, perché quando ti senti a casa e sei per strada vuol dire che quella strada ti appartiene. Questo non vuol dire che mi piaccia sempre tutto, per quanto qualche topo che si arrampica su una delle palme (quelle sopravvissute al punteruolo rosso) mi faccia ridere (c'è sempre l'amico che azzarda il paragone con Londra e che dice loro hanno gli scoiattoli e noi pure, ma sono più grossi e ti attaccano la rabbia - per dirla elegantemente ndr).

Domenica sera me ne tornavo a casa, era Pasqua, e con alcuni amici ci siamo visti per prendere qualcosa al nostro bar preferito. Tornando, proprio su viale Augusto, ho sorpassato una famigliola. Padre, madre e figlioletto minuscolo che a stento camminava. Li ho sorpassati ed ho messo un piede oltre il marciapiede, ho guardato a sinistra per attraversare la strada, un'auto si è fermata all'ultimo momento e mi ha lasciato passare. La famigliola era dietro di qualche metro, la macchina è ripartita e non sono riusciti ad attraversare. Il bambino deve però aver fatto un gesto istintivo, si deve essere buttato leggeremente in avanti perché i genitori l'hanno fermato. Io ero già a centro strada quando ho sentito che il padre diceva al figlio che no, qui non è come da noi che le macchine si fermano se passi.

Ero di spalle, e prima ho sorriso, perché mi aveva intenerito il tono, quel momento rapito ad una domenica sera di Pasqua. Poi non ho sorriso più. Volevo tornare indietro per dire che non era una bella cosa da dire ad un bambino, che non era bello cominciare a raccontare a chi vive da poco su questa terra delle differenze dei luoghi partendo dalle auto che in qualche città si fermano davanti alle strisce pedonali ed in qualche altra no. E davvero, l'avrei fatto, sul serio, se solo avessi avuto davvero qualcosa da dire. Qualcosa che non fosse contro Napoli o a favore di Napoli.

Ecco, forse di questo mi sono stufato. Di non sapere bene che cosa pensare della mia città. E forse mi da ancora più fastidio il fatto che un'idea chiara e precisa potrei non avercela mai.

Nel video, alla chitarra, c'è anche Guido Migliaro.

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