Antonello Cossia, regista, drammaturgo, attore, in uno spettacolo teatrale (e in un libro) dal titolo "A fronte alta" ha raccontato la storia di suo padre, primo pugile campano a partecipare alle olimpiadi. Melbourne 1956, Cossia, campione italiano dei pesi piuma sfida 'o mangiacristiani Vladimir Safranov, micidiale pugile russo. Cossia perde ai punti e la sua avventura australiana finisce lì, direbbero oggi i commentatori sportivi. Safranov vince la medaglia d'oro, battendo ovviamente tutti gli altri pugili che gli si presentano davanti, ma non ai punti, per ko. Qualche giorno dopo un giornale australiano lo intervista e lui dice che un solo incontro l'ha infastidito, il primo, quello contro «il giovane ragazzo del sud che nel suo paese fa il muratore». Agostino Cossia, pugile di Piscinola, è l'unico a non finire al tappeto.
Credo sia una storia straordinaria. Cercando in rete ho trovato una vecchia puntata de "La storia siamo noi" intitolata "Cazzotti napoletani". C'è anche Cossia, che racconta quell'esperienza. La sua commozione è storica, tenera, bellissima.
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Antonello Cossia, A fronte altra - Guida
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