Ogni volta che penserò a lui,
mi verrà in mente questa scena.
ATTENZIONE
QUESTO BLOG È UN ARCHIVIO CHE RACCOGLIE I POST ANTERIORI AL 2014. IL NUOVO BLOG LO TROVATE QUI.
lunedì 29 novembre 2010
sabato 27 novembre 2010
Una vita tranquilla
Ho visto una vita tranquilla.
Ho pensato due cose:
1) Tony Servillo forse dovrebbe fermarsi un po'. A furia di recitare da dio prima o poi finisce che fa un film normale e si rovina la carriera.
2) Peccato per il finale.
Ora poiché non mi piace spoilerare non possiamo parlare del secondo punto, certamente il più interessante. Quindi vi consiglio solo di andarlo a vedere, perché finale brutto o meno, ne vale la pena.
Per il resto, scrivo poco, al momento.
Ma solo perché la tesi mi prosciuga le forze.
Ma viene bene, ed è una bella cosa.
Nei prossimi giorni vi posto qualche citazione trovata nei saggi che ho raccolto in giro.
Ho pensato due cose:
1) Tony Servillo forse dovrebbe fermarsi un po'. A furia di recitare da dio prima o poi finisce che fa un film normale e si rovina la carriera.
2) Peccato per il finale.
Ora poiché non mi piace spoilerare non possiamo parlare del secondo punto, certamente il più interessante. Quindi vi consiglio solo di andarlo a vedere, perché finale brutto o meno, ne vale la pena.
Per il resto, scrivo poco, al momento.
Ma solo perché la tesi mi prosciuga le forze.
Ma viene bene, ed è una bella cosa.
Nei prossimi giorni vi posto qualche citazione trovata nei saggi che ho raccolto in giro.
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È successo che
mercoledì 24 novembre 2010
Forse
Ma forse criticare Bersani per il modo in cui parla, per il suo andamento lento, perché non sa colpire l'ascoltatore, vuol dire aspettare un nuovo Berlusconi.
Però di Sinistra.
E a me non è che sta tanto bene 'sta cosa qui, eh.
Però di Sinistra.
E a me non è che sta tanto bene 'sta cosa qui, eh.
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È successo che
sabato 20 novembre 2010
Eppure a me sembra così chiaro
L’alternativa che esiste è tra chi vuole avere una scelta e a chi non vuole concederla. È tra la libertà e il divieto. Chi si trova a desiderare di poter morire e chi invece non lo vuole non sono sullo stesso piano, in Italia: i secondi possono fare ciò che vogliono, i primi no. Nessuno è “per l’eutanasia”, formula stupida che rende stupido chi la usa. Ma alcuni sono invece perché non sia vietata a chi la chiede. E per questo Saviano ha raccontato di Welby e non di storie diverse, l’altra sera: malgrado le richieste di qualche scellerato sostenitore di una par condicio del dolore. Perché Welby ha avuto negato un suo diritto di scelta, una sua libertà.
Il post completo di Luca Sofri qui.
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È successo che
Pensieri ed emergenze II
Qualche giorno fa, durante una serata al Doria 83, ho raccolto qualche voce col mio registratore.
Quella registrazione è diventata un articolo.
Questo tema per me è importante. Un po' perché è una cosa di cui ho cominciato ad occuparmi qualche anno fa qui, ed un po' perché mi ricorda quando vivevo le stesse preoccupazioni.
Ciò che mi ha colpito però, è che mentre qualche anno fa mi ritrovavo a tutti gli effetti ad intervistare dei ragazzini, ed un ragazzino ero anche io quando mi sentivo parte di quel mondo, adesso mi ritrovo davanti degli adulti.
Adulti che hanno trovato un loro spazio musicale in un posto inospitale e che hanno deciso che il loro sogno valga la pena di viverlo fino in fondo.
Quella registrazione è diventata un articolo.
Questo tema per me è importante. Un po' perché è una cosa di cui ho cominciato ad occuparmi qualche anno fa qui, ed un po' perché mi ricorda quando vivevo le stesse preoccupazioni.
Ciò che mi ha colpito però, è che mentre qualche anno fa mi ritrovavo a tutti gli effetti ad intervistare dei ragazzini, ed un ragazzino ero anche io quando mi sentivo parte di quel mondo, adesso mi ritrovo davanti degli adulti.
Adulti che hanno trovato un loro spazio musicale in un posto inospitale e che hanno deciso che il loro sogno valga la pena di viverlo fino in fondo.
mercoledì 17 novembre 2010
Andate a vedere The social network.
Ma se vi aspettate un film che ne denunci l'insensatezza, e la pericolosità, andate a vedere il film con Servillo che dicono sia bello.
The social network è un bel film.
Che racconta del più giovane miliardario del mondo. E se la ricostruzione è giusta ed accurata, magari sarà un po' stronzetto*, ma davvero dei soldi e della pubblicità non gliene fregava molto. Soprattutto della pubblicità che rende le cose meno fighe. Certo, gliene fregava di riscattare il suo animo pieno di conflitti. E di certo non è un ragazzo a cui affidare la propria primogenita, però a me sta simpatico. (Mi sta simpatico il personaggio del film, poi magari lui in realtà è davvero uno stronzetto.)
*prendo in prestito uno dei termini preferiti da Giulio Pietrafesa
Ma se vi aspettate un film che ne denunci l'insensatezza, e la pericolosità, andate a vedere il film con Servillo che dicono sia bello.
The social network è un bel film.
Che racconta del più giovane miliardario del mondo. E se la ricostruzione è giusta ed accurata, magari sarà un po' stronzetto*, ma davvero dei soldi e della pubblicità non gliene fregava molto. Soprattutto della pubblicità che rende le cose meno fighe. Certo, gliene fregava di riscattare il suo animo pieno di conflitti. E di certo non è un ragazzo a cui affidare la propria primogenita, però a me sta simpatico. (Mi sta simpatico il personaggio del film, poi magari lui in realtà è davvero uno stronzetto.)
*prendo in prestito uno dei termini preferiti da Giulio Pietrafesa
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Cinema
martedì 16 novembre 2010
Perché vieni via con me è vieni via con me
Ieri in metropolitana, tornando a casa dall'università, parlavo con Rossella di Vieni via con me.
Ci siamo accorti, dopo una decina di minuti, quanto si percepisse l'attesa della seconda puntata. Ce ne siamo accorti, ancora di più, quando un signore ben vestito (e che parlava un ottimo italiano) si è inserito nella conversazione. La signora bionda seduta accanto a lui sghignazzava, il ragazzo in età da liceo seduto affianco a me, invece sorrideva.
Il signore era convinto che il confronto tanto atteso tra Fini e Bersani avrebbe svelato l'ineluttabile verità: i valori di entrambe le parti sono gli stessi. Ammetto che sono stato colpito, per un attimo, da quella divertente eventualità. Immaginate che picco di share: i due si guardano in faccia e con imbarazzo ammettono che i discorsi sono uguali. Bersani borbotta ma come è possibile se ssia sussesso e Fini invece sbianca, girando gli occhietti da cernia a destra e a sinistra. Non dico che sarebbe al livello del picco Sarah Scazzi a Chi l'ha visto, ma quasi.
Poi la puntata va in onda.
C'è tanta tensione nello studio, il salotto delicato e rassicurante di Fazio è diventato un palco che scotta. L'intervento di Paolo Rossi non colpisce, Bersani non stacca una volta gli occhi dal foglio, lo stesso eccezionale Antonio Albanese un paio di volte zoppica.
Ma cosa succede? Succede che tutti stanno aspettando uno scivolone. Tutti stanno aspettando che la cantante cada su quella trentina di gradini che portano al palco. Si spera che alla Clerici esca la tetta di fuori, e che a Grignani sfugga una parolaccia con la [g] in mezzo.
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Tv
domenica 14 novembre 2010
Un bel grattacielo a Pompei
In questi giorni passati a studiare per l'ultimo esame di latino (sono arrivato davvero alla fine), non ho molto tempo da dedicare al blog. Ed un po' mi dispiace. Da domani le cose cambieranno, si spera. Incrociate le dita per me.
Stamattina ripensavo a qualche giorno fa, al crollo della casa dei gladiatori di Pompei e tutto il resto. E mi sono ricordato dell'intervento di Bondi a Ballarò, che ha cominciato una frase dicendo: parliamo di edifici che hanno duemila anni d'età. Come a dire, palazzi così vecchi, crollano.
Ci toccherà farne di nuovi.
Dai, che l'aria sta cambiando.
Stamattina ripensavo a qualche giorno fa, al crollo della casa dei gladiatori di Pompei e tutto il resto. E mi sono ricordato dell'intervento di Bondi a Ballarò, che ha cominciato una frase dicendo: parliamo di edifici che hanno duemila anni d'età. Come a dire, palazzi così vecchi, crollano.
Ci toccherà farne di nuovi.
Dai, che l'aria sta cambiando.
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Pompei
martedì 9 novembre 2010
Ma quanto costa questo cazzo di pianeta?
Ero piccolo quando Benigni saltò sulle poltroncine rosse alla premiazione degli oscar. Quell'immagine diede fastidio al mio io-spettatore bambino che non capiva come fosse possibile comportarsi così con Spielberg affianco, davanti a tutte quelle stelle incravattate e scintillanti. Non sono mai stato uno di quelli che gridava al poeta! quando lo stesso portava Dante in televisione. Non sopporto tutti quei gesti, i salti, le capriole. Per me Benigni ha dato il massimo con La vita è bella, apice di una carierra cinematografica che aveva già allora visto picchi niente male.
L'altra sera dovevo essere uno di quelli a cambiare canale, una volta cominciato l'intervento di Benigni.
Eppure non l'ho fatto. Ecco ci risiamo, ora mi obbliga a spegnere la tv mi sono detto quando ha annunciato che avrebbe cantato. Eppure il pezzo l'ho ascoltato tutto. Non è che la mia idea su Benigni sia cambiata così tanto, ancora considero ogni scena de Il Mostro migliore di tutto ciò che ha fatto due giorni fa, ma il testo del brano, così come l'intervento precedente, aveva una carica drammatica così forte che ignorarlo, o almeno non dargli una possibilità, sarebbe stato impossibile.
C'è quella frase - Ma quanto costa questo cazzo di pianeta - che mi gira in testa da un paio di giorni. Berlusconi ne ha fatte tante. Ma la cosa più terribile, quella che più ha segnato il nostro paese è stato far credere a decine di milioni di italiani che il suo fosse un esempio da seguire. Che l'arricchirsi in modi illeciti non fosse sbagliato, che non fosse sbagliato andare a letto con minorenni in cambio di favori, che fosse giusto offendere, che non fosse infimo rispondere con bazellette a chi chiede il conto ad un capo di governo.
Magari il programma televisivo - il giudizio finale lo lasciamo a chi lo fa per mestiere - non è stato sempre godibile. La storia della bandiera era pesantuccia, molti, forse troppi i punti appesantiti da retorica. Ma a me il programma ha dato un pizzico di speranza, che la mattina dopo non era scomparsa.
Poi ci sono quelli che dicono che programmi del genere non fanno altro che basarsi sul bene e sul male, che questo manicheismo è anacronistico.
E a loro rispondo che anche io non credo in questa semplificazione. Ma che credo in quell'altra, in quella semplificazione che oggi impone una scelta a noi che possiamo ancora permettercelo, scegliere se essere italiani onesti o disonesti.
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È successo che
lunedì 8 novembre 2010
Passione
Qualche giorno fa ho visto Passione di Turturro.
Vi consiglio di vederlo, se non l'avete già fatto, perché c'è tanta musica e tante belle immagini. Le ricostruzioni dei brani (pezzi della tradizione canora napoletana ricostruiti con scenette e balletti) non sono tutti, secondo me, riuscitissime. Ma alcune sono davvero deliziose
Turturro e Fiorello che cantano e ballano Caravan Petrol alla Solfatara sono esilaranti.
Su tutti, l'attimo di storia che ci regala James Senese, è di una bellezza straordinaria. Per chi non sapesse nulla su James Senese:
Vi consiglio di vederlo, se non l'avete già fatto, perché c'è tanta musica e tante belle immagini. Le ricostruzioni dei brani (pezzi della tradizione canora napoletana ricostruiti con scenette e balletti) non sono tutti, secondo me, riuscitissime. Ma alcune sono davvero deliziose
Turturro e Fiorello che cantano e ballano Caravan Petrol alla Solfatara sono esilaranti.
Su tutti, l'attimo di storia che ci regala James Senese, è di una bellezza straordinaria. Per chi non sapesse nulla su James Senese:
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James Senese,
Napoli
martedì 2 novembre 2010
Una bella raccolta
mio amato silvio non vorrei mai che nessuno ti facesse ombre nel cammino ma purtroppo la stampa fa il suo mestiere ma non ti preoccupare ci sarà sempre qualche persona che innamorata di te come me ti difenderà fino allo stremo delle forze. un abbraccio caloroso e un in bocca al lupo per il tuo difficile e preoccupante lavoro. TI AMO(messaggio d'amore per Silvio Berlusconi dopo i primi articoli sulla questione Ruby)
Oggi in tv un'altra accusa infamante per il nostro presidente! Un'altra storia con un'altra ragazza, è un'altra grande bufala!! Ma al di fuori di questo, al popolo Italiano non interessano le storie private del nostro presidente interessa quello che fa per l'Italia e lui è l'unico che mantiene le promesse!!!Poi Bersani... ha replicato che non è dignitoso per un presidente del consiglio essere in mezzo a queste storie!! (A parte che sono storie inventate di sana pianta) Io vorrei dire a Bersani :è dignitoso avere in politica persone transessuali omosessuali!!!!!!!!! E chi più ne a più ne metta: Questo e dignitoso!!!!!!!!!!ma andate a quel paese voi e le vostre calunnie!!Non sapete più cosa inventare questo non è dignitoso!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Silvio ha perfettamente ragione, e inutile voler far passare per normalita' maschi pelosi e depravati che la notte dormono insieme,, ma fatela finita fate orrore, non e' giusto che qualche violento si accanisca contro questi poveri malati, ma e' veramente ora di farla finita!! dio ci ha creati uomini e donne, e se non vi piacciono le donne siete malati e dovete accettare e curare la vostra malattia.Poi la cosa che ha me appare molto curiosa e' che tra la sinistra ne girano molti chissa' perche'.. w silvio berlusconi 10000000000000000000000000000000000000000000000000 000 di volte altro che' quel sigaro in bocca di bersani che non fa altro che criticare ma chi lo vota!! (commento sull'ultima affermazione di Berlusconi)
Non avete forse notato che poco prima che Berlusconi partecipi ad una riunione internazionale, saltano fuori ad orologeria inchieste e sospetti a suo carico come fossero coriandoli ? Ecco Berlusconi ...ci aveva avvisato ! A colpo d'occhio salta subito che uno Stato pericolosamente comunista era ed è una realtà in Italia . Noi dobbiamo combatterla con la verità e la democrazia quella per cui per molti anni ci ha privato i comunisti assieme alla DC (sulla questione Ruby)
Tutte queste dichiarazioni sono prese da forum e pagine su facebook.
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È successo che
lunedì 1 novembre 2010
Libri da comprare
Ho già scritto di Zadie Smith, subito dopo aver letto Denti bianchi.
Nutrivo qualche dubbio* sul libro, soprattutto dopo aver letto alcune recensioni. Credevo che dopo aver scritto un paio di libri importanti, la Smith provasse a tappare un buco nella propria carriera con un mastodontico volume saggistico.
Ma non è così. Non l'ho ancora letto tutto - per un commento completo ne riparliamo tra qualche giorno o settimana, considerando la quantità di libri che aspetta sulla scrivania - ma i primi capitoli sono molto interessanti.
Nel primo capitolo Sentirsi del mestiere, scrive del suo rapporto con l'atto della scrittura, del suo metodo di lavoro, ed esprime qualche parere sulla categoria. Sono d'accordo con alcune sue scelte, sempre che di scelte si possa parlare:
Certi scrittori non leggono niente di nessun romanzo finché sono impegnati a scrivere il proprio. Nemmeno una parola. Non vogliono vedere neanche la copertina di un romanzo. Mentre scrivono, il mondo della letteratura muore: nessuno ha mai scritto, nessuno sta scrivendo, nessuno scriverà più. [...]
La scrivania su cui lavoro è ingombra di romanzi aperti. Leggo qualche riga per immergermi in una certa sensibilità, per azzeccare una particolare nota, per darmi del rigore quando sto cadendo nel sentimentalismo, per ottenere un minimo di scioltezza liguistica quando sono sintatticamente troppo ingessata.
Molto interessante anche Il dono delle lingue. Intimo, in un modo difficile da spiegare Natale a casa Smith.
Il secondo consiglio è The Paris Review (interviste) volume II edito da Fandango libri. Per chi volesse informazioni sul primo volume questo è il link ai precedenti post.
Dopo averlo sfogliato (non con superficialità) sono convinto che sia addirittura migliore del primo volume. Una bella raccolta. Leggendo le interviste a Graham Green, Faulkner, Marquez, Munro, Baldwin, potete scoprire dettagli interessanti, che siate o meno studiosi di letteratura.
Se invece siete scrittori, costantemente in conflitto con ciò che scrivete e con la strada che avete scelto, potete trovare conforto e, soprattutto, sentirvi meno soli. Sempre che non siate così superbi da considerarvi migliori di loro, o così a terra da sentirvi troppo inferiori. Certo però, leggendo la prefazione di Orhan Pamuk sembra che gli scrittori si somiglino tutti. Non vi nascondo che questa cosa mi regala un pizzico di serenità.
Rileggere queste interviste dopo così tanti anni - e dopo essere apparso io stesso nelle pagine della rivista - vuol dire richiamare alla memoria le speranze e le inquietudini dei miei primi giorni da scrittore. Trent'anni dopo, le leggo con lo stesso entusiasmo, e so di non essermi sbagliato in alcun modo: queste interviste mi parlano delle gioie e dei dispiaceri della letteratura in maniera più forte che mai.
-.-.-.-.-.-
Zadie Smith - Cambiare idea, Minimum Fax
The Paris Review (interviste) Volume II - Fandango Libri
*A rendermi dubbioso anche il prezzo. Fortunatamente qualcuno, tagliando la testa al toro, me l'ha regalato.
The Paris Review (interviste) Volume II - Fandango Libri
*A rendermi dubbioso anche il prezzo. Fortunatamente qualcuno, tagliando la testa al toro, me l'ha regalato.
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