ATTENZIONE

QUESTO BLOG È UN ARCHIVIO CHE RACCOGLIE I POST ANTERIORI AL 2014. IL NUOVO BLOG LO TROVATE QUI.

sabato 31 ottobre 2009

E' successo.


E' successo.
Dopo 21 anni il Napoli vince in casa della Juventus.
Mi dispiace per chi non ha visto questa partita.

Penso che il tutto possa essere spiegato meglio con il messaggio che ho mandato al termine della partita ad un caro amico di Torino e bianconero.

Mi dispiace scriverti solo adesso, ma il grido di vittoria che stasera si leva da Napoli è stato trattenuto in gola per vent'anni.

Più indicativa ancora è la sua risposta, che per ovvie ragioni non posso qui riportare.

Equazioni

Dal sito di Repubblica:

ROMA - "Se ci fosse una condanna in processi come questi, saremmo di fronte a un tale sovvertimento della verità che a maggior ragione sentirei il dovere di resistere al mio posto per difendere la democrazia e lo stato di diritto". Lo afferma il premier Silvio Berlusconi, in una dichiarazione contenuta nell'ultimo libro di Bruno Vespa Donne di cuori, in riferimento ad alcuni processi in corso a suo carico.

Berlusconi crede di essere La Democrazia e lo Stato di diritto.

Serie Tv.

Le serie tv prodotte negli Stati Uniti diventano, ogni anno che passa, sempre più avvincenti, sempre più precise e sempre più ben fatte. Mi capita ormai più spesso di vedere un pessimo film al cinema che una brutta puntata di una serie tv.
Grazie ad internet e ai dvd si può anche (finalmente) rinunciare al doppiaggio italiano, in alcuni casi capace di rendere una buona serie tv in una mediocre. E' il caso di How I Met Your Mother serie di culto negli states che in Italia tarda a decollare, a mio avviso, anche per l'errata traduzione italiana (una serie la cui comicità è spesso basata sui giochi di parole non può non perdere colpi una volta doppiata) che prevede il titolo trasformato in Alla fine arriva mamma.

Da cosa dipende questo miglioramento? Sicuramente dalle grandi firme che lavorano alle sceneggiature e alla capacità di creare prodotti riusciti sotto ogni punto di vista. Esistono serie per tutti i gusti. Non posso però fare a meno di chiedermi quando inizierà la fase discendente, quando finiranno le idee. Quando il motore delle serie americane inizierà a tossire, quale sarà la nuova gallina dalle uova d'oro?

venerdì 30 ottobre 2009

Evidenze

Evidentemente Stefano Cucchi non è morto cadendo.
Resto allibito davanti alla faccia tosta che serve per dare certe dichiarazioni.

"Non ho strumenti per dire come sono andate le cose, ma sono certo del comportamento assolutamente corretto da parte dei carabinieri in questa occasione"

On. La Russa


giovedì 29 ottobre 2009

Frammenti

I titoli dei pezzi strumentali nel jazz sono incredibili.

Con The two lonely people di Bill evans, diversi anni fa, ho capito quanto siano importanti i titoli ai fini della comunicazione musicale.
In un pezzo che non prevede testo o alcun riferimento ad immagini, il titolo resta l'unico indizio possibile. Solo un indizio, sul quale poter ricostruire una storia.


-.-.-.-.-

Bill Evans - The two lonely people (Da Alone)

Nuovi Link

Dal blog di Luca Sofri (wittgenstein) trovo il link al blog di un ragazzo appena più grande di me.
Il suo nome è Giovanni Fontana.

Ora è in Palestina e racconta in un diario i suoi giorni trascorsi pensando al futuro. Il futuro del mondo.

Per dirla alla Conte: Un sogno fortissimo.

Rovinare una serata al Milan è sempre una grande gioia.
Pareggiare così, poi, nei minuti di recupero, è fortuna e caparbietà che noi tifosi del Napoli abbiamo raramente avuto la fortuna di vedere.
Un pensiero va a Galliani, che lascia lo stadio tre minuti prima che accada la meraviglia.
Un pensiero va a lui e alla notizia, che gli sarà stata data da uomini grossi grossi compressi in giacca e cravatta, che avrà dovuto dare a sua volta al nostro presidente del consiglio già debilitato dalla scarlattina (?!)

Un pensiero va al nostro telecronista preferito che durante l'esultanza, mentre Denis sfogava rabbia repressa sotto la curva, si è lasciato andare al suo classico delirio poetico:
"Quando Giacomo Leopardi ha scritto l'infinito stava guardando questa partita".

Marisa, svegliami, abbracciami, è stato un sogno fortissimo.

mercoledì 28 ottobre 2009

Ancora Kind Of Blue


Molto interessante lo speciale della rivista Jazz sull'anno 1959.
Articoli su tutti quelli che hanno effettivamente rivoluzionato non solo la musica.
Interessante la questione delle diverse edizioni e copertine del capolavoro di Davis.
Nel corso degli anni Kind Of Blue cambia veste grafica, fino all'ultima riconosciuta come la più aderente ed appropriata.
Davis e la sua pelle scura, su sfondo nero, si distinguono gli zigomi, le macchie di luce sul naso, si intravede il la tromba che parte da una smorfia d'attacco. Che sia il momento esatto in cui Davis attacca in So What?
Il suo nome scritto in bianco, più grande del titolo dell'album. "Accostamento che invita senz'altro al lapsus di lettura MILES DAVIS King of blue" scrive Daniel Soutif.

martedì 27 ottobre 2009

Mentre leggo... Altri colori II


"Molti degli scrittori che amo hanno deciso di scrivere di certi argomenti (e di patirne le conseguenze) perché tali questioni offendevano il loro orgoglio; lo so per esperienza. Quando un altro scrittore, in un'altra casa, non è libero, nessuno scrittore è libero."

-.-.-.-.-

Orhan Pamuk - Altri colori, Einaudi

Musica giusta


In Caro Diario Nanni Moretti si decide ad andare nei luoghi in cui morì Pasolini a cavallo della sua vespa. E' un lunga sequenza, senza tagli e senza inserti.
In sottofondo il Koln Concert di Keith Jarrett.

Sarebbe stupido elencare tutte le volte in cui questo disco si è fatto amare, mi ha fatto capire la sua unicità, mi ha emozionato o mi ha raggelato.
Sappiate solo che ieri sera, dopo una cena particolare, dopo aver accompagnato un amico, ho fatto partire la prima parte e me ne sono tornato a casa.
Sono andato piano, senza fretta, complice lo scarso taffico del lunedì sera.
Tutto diverso e senza tristezza, il rumore delle gomme sull'asfalto, la luna bassa ed il mare scuro.

Ancora una volta, musiche passate per nuovi ricordi.

domenica 25 ottobre 2009

Serendipity Lab

Finalmente dopo un paio di mesi mi è venuta in mente un'idea carina.
Spero che possa essere utile alla causa della pagina su Nova Lab creata da Vincenzo Moretti ed intitolata Serendipity Lab.
I compagni di viaggio sono eccezionali.
Aspetto solo il consenso di colei che ho scelto come mia collaboratrice e vediamo cosa succede.
Non vi anticipo niente, è una piccola sorpresa.

Per ora andatevi a guardare la pagina ed entrate anche voi nel mondo della serendipity.

Serendipity Lab

Kindle II

Su Amazon ecco che compare il nuovo supporto per gli E-Book.
Personalmente mi piace. Come qualsiasi altra macchina, come dice Rick Deckard in Blade Runner, se non sono un problema non sono affare mio.

Quali sono i problemi? Le preoccupazioni?

Qui l'articolo sul sole24 ore.
Qui le mie riflessioni su NovaLab.

giovedì 22 ottobre 2009

Quello che so sui gatti

I gatti sanno amare gli esseri umani, ma nella stessa misura in cui amano loro stessi, non sono capaci di cadere nella trappola dell'umiliazione.
Sanno farsi sentire ma sanno anche farsi leggeri come piume.
Alle volte non si fanno vedere ma si fanno percepire.
Sono equilibrati, equilibristi e sanno leggere nei gesti delle persone.
Se decidono che non devi dormire tu non dormi. Non c'è sgridata che tenga.
Guardano fuori dalle finestre, mettono la testolina tra le inferriate, si affacciano dal bordo del letto.
Sono curiosi.
Sanno infilarsi in angoli di una casa che nemmeno sapevamo esistessero.
Sanno acciambellarsi, hanno cuscinetti morbidi sotto le zampe dello stesso colore delle labbra, si arrampicano su appendiabiti, mobili, credenze e contrabbassi.
Se sono in due e si stanno simpatici si leccano a vicenda.
I gatti fanno le fusa e nessuno sa cosa questo davvero significhi.
Quando muoiono si portano con loro tutte le ombre, le code dritte dritte che svettano tra le sedie, i miagolii e le grattate alle porte.

Quando un gatto non vuole più essere curato e vuole essere lasciato libero di andarsene lo fa capire. Resta il dispiacere di aver perso un pezzo di quotidiana serenità.
La mia gatta è nata libera e libera se ne è andata.

In memory of Ginevra, Luglio 2002 - 22 Ottobre 2009

domenica 18 ottobre 2009

Ricordi d'inverno, ancora.


Con piacere ho notato che il post sui Sigur Ròs ed il mio Agaetis Byrjun è piaciuto, anche nella sua concisione.
Quella sera a firenze faceva freddo, ma li aspettammo all'uscita del teatro Sachall. Eravamo arrivati nel pomeriggio al teatro circolare sull'Arno, mentre loro, uno dei gruppi che amavamo di più (ed amiamo ancora) aveva da poco attaccato gli strumenti per fare il sound check. ascoltammo un piccolo concerto privato, solo per noi, mentre guardavamo il tramonto sul fiume. Di quel giorno restano i ricordi di un'immensa felicità, dell'urlo di Teresa che non poteva credere a ciò che stavamo vivendo, dell'emozione per l'incontro con chi aveva riempito le nostre nottate nella macchina di Giulio con musica adatta all'inverno.
La corsa per le prime file sotto il palco, e Jonsi, che invece dell'autografo mi disegna un sole e mi scrive Sigur Ròs sulla moleskine.


Il freddo di stasera e le tante emozioni per i ritorni attesi mi hanno ricordato quella notte fiorentina. Eravamo poco più giovani di adesso, ma tanto incoscienti da dormire in una stazione in pieno inverno. Non riuscimmo a chiudere occhio per il freddo.
Ne è valsa la pena però, senza dubbio alcuno.

sabato 17 ottobre 2009

Per me, l'inverno.

Per me l'inverno è la velocità delle persone, che il freddo trasforma in centometristi da record, pronti a raggiungere il posto più caldo di una città nel minor tempo possibile.
E' camminare con le mani strette a pugno dentro le maniche.
E' non vedere più gli amanti che si danno appuntamento agli angoli delle strade.
E' serrarsi il cappotto addosso e sbrigarsi a fare quel che si deve fare.

L'inverno ed il freddo mi piacciono perchè sono facili da affrontare.
Uno degli oggetti a cui sono più affezionato è una sciarpa di lana nera fatta a mano dalla mia amica Anna prima che si mettesse a girare il mondo. E' un regalo di natale e le è costato quasi un mese di lavoro. E' perfetta nelle sue impefezioni, nei fili di colore bianco e blu usati come toppe. E' un suo regalo di quasi nove anni fa, è il mio riparo dal freddo da allora.

L'inverno per me è la copertina di Nebraska e la neve che scendeva lenta dal cielo di Praga.
E' il vento che mi spazza la faccia mentre chiudo le persiane del mio balcone dopo una lunga giornata. E' l'odore di casa mia ed è il caldo emanato da otto chili di gatto che fatica ad infilarsi sotto le coperte.

giovedì 15 ottobre 2009

Peace Piece


Circa otto anni fa facevo conoscenza con il pianista che più amo e che ascolto con più piacere.
Dopo aver rubato l'ennesimo disco a mio padre, rimasi incantato da quella Peace Piece che del Jazz che fino ad allora avevo ascoltato aveva veramente poco.
E' come se Evans, al di là di ciò che stesse suonando, un suo brano o uno standard, avesse sempre una sua particolare visione narrativa del brano. E' come se raccontasse continuamente, come se fosse costantemente alla ricerca dell'espressione giusta.
E come per Baker, provo un'attrazione magnetica per le fotografie che lo ritraggono. I capelli ordinati ed ingelatinati e pettinati all'indietro, gli occhiali spessi, il viso tagliente e la schiena curva.

Quando mi deciderò a rimettere a posto la stanza, al primo posto nella lista di cose da fare ci sarà incorniciare ed appendere al muro la foto meravigliosa che lo ritrae durante la registrazione di Kind Of blue. E' Al piano, Davis gli è affianco. Alle loro spalle Chambers sta provando forse qualche parte di basso. Davis ha allungato una mano sul pianoforte e chissà cosa vuole far sentire ad Evans, che guarda ed ascolta. Sembra un medico, più che un musicista. Sembra un chirurgo, con gli occhi attenti e concentrati dietro gli occhiali spessi.
In questi attimi si fa la storia.

lunedì 12 ottobre 2009

Agaetis Byrjun


Agaetis Byrjun è un grande album dei Sigur Ròs.
E' uno dei miei album preferiti.

Ho cambiato da poco direzione, ho preso una strada piuttosto che un'altra.
Lo facciamo tutti, ogni giorno, ogni ora e minuto della nostra vita.
Cosa c'entra quest'album con la nuova frase del profilo?

Agaetis Byrjun in islandese vuol dire un buon inizio.
Me lo auguro e lo dedico a me stesso.

domenica 11 ottobre 2009

Festa del disco


Oltre ad avermi fatto spendere troppi soldi, la festa del disco mi ha messo nella terribile condizione di dover ordinare i miei cd ed i miei dischi in vinile.
C'è un grosso lavoro da fare, i dischi sono tanti, e scegliere quale possa essere eliminato e quale sia degno di restare è una faccenda complicata.

Alcuni cd ed alcuni dischi mi sono stati regalati ed anche se sono sul serio improponibili mi dispiace buttarli o venderli. Come fare? Metterli da parte in una scatola con su scritto "trash"? Oppure accettare qualche errore di gioventù?

In ogni caso, carino il palapartenope adibito a mercato del disco. C'era tanta roba e molte offerte, tanti dischi rari, tanti dischi conosciuti e soprattutto per tutte le tasche.
Personalmente per quanto ascolti tutti i giorni musica in mp3 resiste il legame con i vecchi formati.
I cd ed i dischi fanno parte ancora del mio tempo. E' bello ricordare giornate passate ad ascoltare e consumare letteralmente i dischi della mia infanzia prima e quelli dell'adolescenza poi.
Per la precisione, il mio legame con i dischi in vinile risale all'età tra i sette ed i dieci anni. Nella casa dei miei nonni in Puglia, dove sopravvive ancora di fronte al camino un vecchio mobile-radio-giradischi-jukebox, si possono ancora trovare almeno un centinaio di singoli e classici della canzone italiana. Il disco che più ascoltavamo e che ricordo con più affetto appartiene a mia madre e mia zia.
Ebbene si, è Questo piccolo grande amore di Claudio Baglioni.

E' l'esempio perfetto per descrivere le grandi qualità estetiche del disco in vinile al di là del suo valore musicale.
Prendiamo ad esempio le illustrazioni che troviamo all'interno degli album. Veri capolavori grafici, capaci di rendere un disco qualcosa di più. Un oggetto che entra nell'immaginario, un simbolo.
Per quanto riguarda la faccenda di Questo piccolo grande amore, non prendetemi in giro.
Oggi alla fiera del disco ero tentato di comprarne un'altra copia, ma mancava all'interno delle illustrazioni citate sopra. Mi sono chinato per prenderlo dalla pila e farlo vedere ad un'amica interessata alla storia che avevo da raccontare, ed un signore, avrà avuto almeno cinquant'anni, si è avvicinato. Ha detto che a suo avviso era bellissimo, un disco eccezionale, che ne aveva uno a casa ed era stupefacente. Vi allego qualche foto.





Bello no?

Rino Gaetano e cieli plumbei


Ho scoperto che ciò che è veramente difficile nello scrivere e nel raccontare è riuscire a dire senza dire. Come fanno Joyce o Hemingway.
Ed anche scatenare emozioni semplicemente raccontando tutt'altro, senza nemmeno nominare gli stati d'animo. Come Wallace.
Scatenare nel lettore l'emozione, non indurla, permettendo a lui di poter reagire a piacimento, senza dargli emozioni già confezionate, senza decidere per lui cosa sia ciò che prova dentro.

Intanto a Napoli arrivano le brutte giornate. Nuvole all'orizzonte e colori autunnali.

"Otto von Bismarck-Shonhausen per l'unità germanica si annette mezza Europa mentre io aspettavo te Michele Novaro incontra Mameli e insieme scrivono un pezzo tuttora in voga mentre io oh ye aspettavo..."

Rino Gaetano è perfetto per questo tempo e questi colori.


venerdì 9 ottobre 2009

Herta Muller Nobel 2009


E' nata in Romania e scrive i suoi libri in Germania
Timida, riservata ed esile. Poco conosciuta in italia, riceve il premio svedese per essere poeta e narratrice dei diseredati.

Sicuramente presente tra i prossimi titoli da acquistare.

giovedì 8 ottobre 2009

Le mie città invisibili

Marco Polo discorre con Kubali Kan.

- Anche le città credono d'essere opera della mente o del caso, ma nè l'una nè l'altro bastano a tener su le loro mura. D'una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che da a una tua domanda.
- O la domanda che ti pone obbligandoti a rispondere come Tebe per bocca della Sfinge.

Un libro unico. Un pezzo originale, senza precedenti o "discendenti".
Tra le città invisibili mi piace citare Leonia e la sua spazzatura. Quella spazzatura che invaderebbe il mondo, se non ci fosse anche la spazzatura di tutte le città vicine a spingere.
E' così invisibile l'immagine di un mondo intero ricoperto di crateri colmi fino all'orlo di pattume?
E quanto è bella Raissa, che mi piace immaginare prima di andare a dormire. Una città triste ma che dentro porta il germe della felicità.

Anche a Raissa, città triste, corre un filo invisibile che allaccia un essere vivente a un altro per un attimo e si disfa, poi torna a tendersi tra punti in movimento disegnando nuove rapide figure cosicchè a ogni secondo la città infelice contiene una città felice che nemmeno sa d'esistere.

-.-.-.-.-.-

Italo Calvino - Le città invisibili, Mondadori

mercoledì 7 ottobre 2009

Ottombre

Ombre d'ottobre. Anzi, Ombre e luci*.

In questi giorni il lavoro non mi permette nè di leggere nè di scrivere abbastanza. (Quando lo è stato?)
In compenso, a dimostrazione di quanto ogni lavoro ed esperienza, per quanto precaria e faticosa, offra spunti di riflessione ed idee da sviluppare, ogni sera prendo appunti e scrivo piccoli commenti su ciò che mi succede.
Ed uno schermo da cinquanta pollici, quasi a prendermi in giro, anzi a prendermi totalmente in giro, proietta nelle mie otto ore di lavoro immagini di Parigi.
E vi assicuro che cinquanta pollici sono tanti.

Generazione Promoter?

-.-.-.-.-.-

*
Silvio Berlusconi si sente preso in giro