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venerdì 17 agosto 2012

Robe da turisti

Sono stato in Croazia per una quindicina di giorni.
Ho scattato delle fotografie.
Spero vi piacciano.



Da Bari a Dubrovnik.
Grande delusione all'arrivo, nessuna cinta muraria ad accoglierci mentre rallentiamo per entrare nel porto. Le nostre fonti però non ci hanno mentito, i porti sono due.



Da Dubrovnik a Cavtat. 
Lungo la strada (quando non prenoti alcuna sistemazione è più probabile trovare da dormire fuori Dubrovnik) ci si può fermare ed assistere a questo. Cavtat è piccola, un centro curato ed ordinato. Nonostante la presenza di barche nei porticcioli il mare è pulito. Questo ci stupisce. Non riusciremo ad accettare l'idea.



Isola di Korcula.
Sull'isola di Korcula è possibile fare il bagno in questa meraviglia. La quantità di turisti è contenuta e la spiaggia di Pupnatska Luka non delude le aspettative. Un ristorante spartano con vista mare 
- perfetto - offre pesce e carne a prezzi non proibitivi. Rimpiangeremo Korcula e Lumbarda, il piccolo centro dove abbiamo trovato da dormire ad un prezzo davvero ridicolo, per gran parte del viaggio. Osservando la baia dal nostro terrazzino - in maniera davvero poco poetica - abbiamo notato la somiglianza tra Lumbarda e Capeside (perdonateci siamo ragazzi cresciuti negli anni '90), e ci siamo chiesti se fosse quella la tanto chiacchierata anzianità. 




Korcula. 
Nella città vivono circa tremila persone. Dicono ci sia nato Marco Polo, ma non ho capito bene se crederci o no. La città vecchia è incantevole. Al porto ormai deserto un gruppo folto di uomini e donne canta una canzone. Organizzati come un coro vero, sebbene chiaramente improvvisato, si abbracciano dando le spalle al mare. Ho registrato l'audio. 



Hvar.
Questa foto non mi piace. Serve però a spiegare come sulla caotica isola di Hvar resistano piccoli paradisi poco frequentati come la spiaggia di Mala Stiniva. Sulla destra, la costruzione con il tetto rosso è in realtà un bar improvvisato. 



Il mare da Mala Stiniva.



Il tramonto su Mala Stiniva.



Abbiamo dormito a Jelsa, lontano dal centro. La città di Hvar non ci ha fatto un'ottima impressione.
Ma dipende, credo, esclusivamente dalla nostra voglia di tranquillità. Ai bar e alle discoteche abbiamo preferito Stari Grad, le sue piazze deserte di sera, i suoi passaggi stretti e scuri, i suoi palazzi di pietra bianca come quinte teatrali.



Ancora Stari Grad.



Slanica, isola di Murter.
Passando per Sibenik - e non trovando da dormire - ci siamo allontanati fino a Murter. Abbiamo trovato una sistemazione a Betina, incantevole paesino di costruttori di barche. I colori del mare di Slanica ci hanno lasciato senza parole. Guidare dall'isola di Murter a Sibenik è piacevole al tramonto, di meno la notte.



Sibenik.
A Sibenik arriviamo trafelati, stanchi, in pensiero per i tentativi falliti di trovare una sistemazione. Il caldo del primo pomeriggio non ci permette di avere un'idea chiara della città, eppure tutti ne scrivono e ne parlano bene. Ci rifaremo la sera. Ancora colpiscono i colori e i contrasti, Venezia, enormi navi attraccate al porto e gatti. Ceniamo in un'osteria con pochi tavoli all'aperto, mangiamo finalmente carne in abbondanza, paghiamo poco, beviamo buon vino.



Il porto di Sibenik.



Scale e palazzi di Sibenik.



Cascate di Krka.
I molti turisti non riescono a rovinare il colpo d'occhio e il divertimento. Docce naturali e liane resistenti a cui aggrapparsi per dondolare sull'acqua.



Bol.
Sull'isola di Brac è possibile - vento permettendo - fare il bagno alla spiaggia di Zlatni Rat. È la spiaggia più fotografata della Croazia perché si offre verticale alla costa. La vediamo per la prima volta al tramonto. Una lingua di sassi che taglia il mare come una lama, il vento è forte.



Ancora Bol.
Riusciamo a vedere Napoli - Juve in un bar nei pressi del porto. Riusciamo anche a non rovinarci la vacanza, nonostante tutto.



Split.
È l'ultima tappa, prima dell'imbarco e del ritorno.
A casa scopro che Lalla Romano ha scritto un libro dal titolo Le lune di Hvar.


I bordi fosforescenti delle isole, le luci del continente, lontanissime ma chiare
spegniamo i fari sull'altipiano - luce dolce di luna - vorrei
andare a piedi
parlo dell'impossibilità per me di scrivere nella bellezza -
ci vuole la noia, il chiuso
- anche per l'amore, sostengo.