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venerdì 13 marzo 2009

Enakapata


Premesso il piccolo "conflitto d'interessi" che mi lega ai due autori, fosse anche "solo" il fatto che dalle mani di Luca Moretti ho comprato il primo basso della mia vita, c'è da dire che questo libro è davvero un bel libro.

La storia di un viaggio metropolitano, che personalmente ho letto durante i miei viaggi metropolitani. Da casa al conservatorio, dal conservatorio all'università, dall'università a casa. Una storia che viaggia alla stessa velocità degli uomini che passano da una metro all'altra, da un vagone all'altro. E mica è tanto facile trovare un libro che tratti di un viaggio che sia adatto alla lettura errante.

E questo è il primo motivo per cui dovreste leggerlo. Il secondo motivo è la qualità della scrittura. Di entrambi i Moretti, nessuno dei due escluso. Quella leggerezza tanto cara al Moretti Senior, che sembra essere il modo giusto, se non il modo, per trattare argomenti e temi pesanti del tempo che viviamo.
Come il passato di secondigliano, le amicizie, le vecchie storie. L'analisi personale, lo sfidare barriere che sembrano insormontabili. Il bilancio sul progresso e la ricerca nel nostro paese, sul modo di organizzare, pensare, gestire le forze ed il genio umano.

Raccontare Tokyo non è certo facile, ma raccontare la nostra realtà è decisamente più difficile. E questo è il terzo motivo. Una carrellata di personaggi decisamente incredibili. Ritratti spesso con qualche parola, un motto di spirito, una frase probabilmente mai detta ma vera quanto una fotografia.

mercoledì 11 marzo 2009

Ateibus

Proprio ieri, una cara ragazza, che ammiro e che stimo, dopo aver affermato che comprare libri e non leggerli subito è un buon modo per spendere soldi, mi dice che sono un moderato nella vita.

Probabilmente ciò è vero.

Ho letto della questione dei pullman genovesi che invitano all'ateismo. Io mi ritengo agnostico, poichè non rifiuto l'idea di Dio, non sono ateo, non rinnego la sua esistenza. Io, in poche parole, non lo so. Trovo lo slogan infantile e banale.

"La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno”.

Prima di tutto non è paragonabile allo slogan londinese “There‘s probably no God. Now stop worrying and enjoy your life”. Quel probably, anche se non sono un grande traduttore, ha un valore notevole. Rende lo slogan un'opinione.

Tra l'altro, un conto è attaccare l'istituzione ecclesiastica, un conto è volere dare un giudizio così definitivo su una questione di ampio raggio. Tanta gente cerca, tanta gente crede in Dio e a tanta gente, credo, da fastidio questo slogan, così come può dar fastidio essere spinti alla conversione o alla ricerca di Dio.
Che poi gli atei possano dire quello che vogliono è fuori discussione. Ma correggano il tiro almeno, che di certe cose, sfida o sarcasmo che sia, non si può fare a meno che parlane seriamente.

lunedì 9 marzo 2009

Musica, Contrabbassi e vicende particolari.

A piazza San Domenico, dopo una giornata abbastanza faticosa non è certamente insolito incontrare personaggi curiosi. Io, Paolo ed il suo Contrabbasso, ce ne stiamo ad aspettare un caffè. Uno a testa. Ed ecco che un personaggio piuttosto insolito si siede al nostro tavolo suonando una piccola fisarmonica. Nota ovviamente il contrabbasso, ci dice che è il suo strumento principale. Suona la fisarmonica per caso ed è contrabbassista. E' Israeliano. Domani sarà a Roma, poi torna a casa. Ci chiede cortesemente se può dare un'occhiata allo strumento, se può suonare un po'. Forse ne sente la mancanza. In effetti un contrabbasso non è propriamente lo strumento ideale per un "viaggiatore".

Paolo è contrariato, ma come dire di no? Il contrabbasso viene estratto dalla custodia, ed un angolo di piazza San Domenico diventa improvvisamete una piccola festa. Il nostro amico ha chiamato amici italiani e non, hanno con loro altri strumenti. Suonano. Io, complice la stanchezza, o il fatto che mi stupisce facilmente tutto quello che mi accade intorno, guardo tutto questo come se fossi in trance. Peccato che una corda del contrabbasso di Paolo salti all'improvviso tra le mani del nostro amico israeliano che si sente anche piuttosto in colpa. Non è colpa sua. Abbiamo deciso di prendere un caffè proprio dopo aver portato il contrabbasso in liuteria per correggere qualche difettuccio, correzione ovviamente non andata a buon fine.

"E che si vede in questa piazza eh?" dice il barista, mentre noi torniamo sui nostri passi, per riportare il contrabbasso dal liutaio.

Detto questo, consigli per gli acquisti:

Stefano Bollani - Concertone (2004)

Un grande grande disco. Registrato con l'orchestra della Toscana diretta da Paolo Silvestri.
Emozionante, particolare e "fantastico". Un po' colonna sonora, di cosa sceglite voi, un po' strizzatina d'occhio agli amanti dei classici con My funny valentine e a Night in Tunisia. Ho letto recensioni discordanti su questo lavoro di Bollani. Io ne sono rimasto davvero colpito, nonostante forse la voglia di rimanere sul "generico", sull'emozione. Ma questo va bene e fa bene, almeno la maggior parte delle volte.

mercoledì 4 marzo 2009

Libri, ancora libri... e incontri mitici

Prendo atto di aver imboccato la stessa via di mio padre:
Comprare pile e pile di libri ed aspettare tanto e tanto tempo prima di leggerli tutti. Per un'amica che sto conoscendo a poco a poco, è un buon modo di spendere soldi.

Attendono quindi di essere letti:

Murakami Haruki - Norvegian Wood Tokio Blues, Einaudi
Racconti Musicali (a cura di Carlo Boccadoro), Einaudi

Entrambi i libri sono ottime letture da inserire nella lista di fonti per la mia tesi, che prende sempre più una via precisa, nella folta giungla delle ricerche musicoletterarie.

Poi ho comprato:

Enakapata - Vincenzo e Luca Moretti, Ediesse
Storie di strada e di scienza da Secodigliano a Tokio. Decisamente, decisamente interessante. Vi invito alla presentazione del libro che avverrà da Feltrinelli in piazza dei Martiri il 17 Marzo.

E gli incontri mitici?

E' avvenuto tutto più o meno così. Usciti da Feltrinelli e decisi a prende un caffè, io e Fernanda ci incamminiamo verso Via dei Mille. A circa duecento metri notiamo una sagoma familiare, alto, capelli sparati verso il cielo, borsone sulla spalla. E' il nostro Marek Hamsik, Marechiaro, il nostro cavalluccio. Mano nella mano con la sua dolce metà, cammina tranquillo anche grazie alla discrezione insolita dei napoletani. Decisamente emozionati ci accostiamo solo per dirgli che è il migliore e ce ne andiamo via.
In cambio riceviamo un sorriso inaspettatamente timido.

Nerone e le sue scadenze

Diverse novità. Certamente, la migliore, la più succulenta, è che ho trovato lo studio della Storia Romana decisamente interessante. Così interessante da farmi perdonare lo scarso successo all'esame.

Ultimamente ho letto le poesie di Kavafis che pure conoscevo, ma poco poco.
In tema con l'esame dato qualche giorno fa: Nerone

Non si inquietò Nerone quando seppe
della risposta dell'oracolo di Delfi
- Di guardarsi dagli anni settantre -.
C'è tanto tempo ancora da godere!
Ha trent'anni. Il termine assegnato
dal dio è più lungo per curarsi
dalle insidie che verranno.

Il resto andatevelo a cercare...che ne vale la pena.

-.-.-.-.-.-

Constantino Kavafis - Settantacinque poesie, Einaudi